Rubare il cellulare alla moglie non è reato

Il marito non è punibile se non ha usato violenza

Avesse divorziato prima, avrebbe almeno avuto la soddisfazione di veder condannato il marito. E invece no. La sua denuncia è caduta nel vuoto. Perché l’uomo che le aveva «scippato» il telefonino durante una lite in strada era suo marito. E il marito, per legge, non ruba.
Così è. Articolo 649 del codice penale: «Non è punibile chi ha commesso alcuno dei fatti previsti da questo titolo in danno del coniuge non legalmente separato». Nello specifico, l’accusa - dopo la querela della moglie - era di furto. Così, ieri, il giudice per le udienze preliminari Cristina Di Censo ha prosciolto l’uomo per non luogo a procedere. Riparando alla svista del pubblico ministero, che - evidentemente scordandosi del codice - aveva chiesto il rinvio a giudizio dell’indagato.
Prematura, quella denuncia. E sì che le pratiche per la separazione erano state avviate da tempo.

L’istanza era già stata presentata al tribunale civile, mancava poco perché l’atto fosse formalizzato. E, quindi, fossero altre le sorti del marito. Perché, recita ancora il codice, il reato di furto è punibile «a querela della persona offesa se commesso a danno del coniuge legalmente separato».

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