Rubata opera contro i terroristi

Un’opera d’arte contemporanea è stata rubata nel corso di una mostra ospitata da Moda In alla Fiera di Milano dal 13 al 16 di settembre. Il furto in sé non avrebbe ottenuto spazio se negli intenti del suo autore non avesse contenuto il pregevole intento di porre un interrogativo sulla natura del fondamentalismo. Il pezzo esposto era una simulazione di un tappeto persiano stampato digitalmente su una superficie sintetica e increspata, capace di riprodurre fedelmente l’idea dei nodi e degli intrecci artigianali dei veri tappeti orientali. Ma a rendere l’opera un oggetto intrigante era quanto raffigurava: il Corano accanto alla scritta Allah realizzata con la riproduzione di alcuni proiettili. Un chiaro riferimento e una critica esplicita all’uso strumentale della violenza armata in nome di un Dio.
La denuncia del furto è stata presentata dalla pittrice iraniana Narges Ferdosi Milani.

D’acchito si potrebbe presumere a chi avrebbe potuto infastidire quest’opera. Che, se così fosse, sarebbero due volte colpevoli perché nella loro mente obnubilata non hanno realizzato che il messaggio valeva per qualunque Dio di qualunque religione.

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