Ruini: il presidente della Camera non attacchi il Papa

Il cardinale ammonisce Bertinotti: «È possibile dissentire, la riserva è che lo faccia chi ricopre una carica così importante»

Ruini: il presidente della Camera non attacchi il Papa

da Roma

Fausto Bertinotti dovrebbe evitare di chiamare in causa personalmente il Papa. Il Vaticano giudica inopportuno l’intervento del presidente della Camera, che qualche giorno fa aveva criticato Benedetto XVI per la sua chiusura al riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali.
Questa volta è il cardinale Camillo Ruini ad ammonire l’ex leader di Rifondazione comunista, durante la conferenza stampa di chiusura del lavori dell’assemblea generale della Conferenza episcopale. Il presidente della Cei non condanna Bertinotti per le sue opinioni ma per il modo in cui le ha espresse visto il ruolo che ora ricopre.
«È possibile discutere o dissentire, la riserva è che lo faccia una persona con un incarico pubblico così importante - osserva Ruini -. Anche io faccio interventi che spesso vengono censurati ma non ho mai fatto riferimento alle cariche istituzionali dello Stato».
Insomma Bertinotti poteva evitare di dare lezioni al Santo padre. Ruini poi ancora una volta ribadisce l’appello della Chiesa in difesa dell’unione tradizionale: il matrimonio tra l’uomo e la donna. Lo Stato non deve equiparare le coppie gay al matrimonio perché, dice il cardinale, un «riconoscimento giuridico di tali coppie sarebbe negativo in ordine alle nuove generazioni». Sono le lobby omosessuali, aggiunge, che fanno «pressione per il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto». Non c’è volontà di discriminazione da parte delle gerarchie ecclesiastiche nei confronti degli omosessuali che , afferma Ruini «se vogliono possono accedere a tutte le forme previste dal diritto italiano per dare sicurezza ai rapporti».
Ma Ruini non affronta soltanto il tema dei Pacs, i patti civili di solidarietà, che una buona fetta della coalizione guidata da Romano Prodi è decisa a far approvare in questa legislatura.
Il presidente della Cei getta uno sguardo d’insieme su tutto il governo e anche sull’attualità di questi giorni. Parole di apprezzamento per l’istituzione di un ministero della Famiglia anche perché affidato a una cattolica come Rosy Bindi: «Si sa quanta importanza la Chiesa dia alla famiglia», è il commento. Poi la garanzia che la Cei «non prenderà posizione» sul referendum istituzionale «né in un senso né in un altro. Se poi ci saranno personalità laiche cattoliche che intendono farlo, si esprimeranno, ma non sarà la Conferenza episcopale».
Una posizione di deciso favore invece la Cei la prende nei confronti di un eventuale «provvedimento di clemenza a favore dei detenuti, tenendo conto delle esigenze di sicurezza dei cittadini». Una richiesta di amnistia era già stata espressa da papa Giovanni Paolo II nel suo storico discorso al Parlamento italiano. «Quella richiesta era ben matura con l’esigenza di un abbreviamento della pena tenendo conto dell'affollamento delle carceri e considerando la necessaria sicurezza dei cittadini», ricorda Ruini, che aggiunge pure di «capire la difficoltà di contemperare queste due esigenze», ricordando come «molti delitti siano commessi da ex carcerati».
Infine anche una battuta sullo scandalo che ha coinvolto la Juventus e Luciano Moggi. «Quando sono in gioco interessi così grandi non stupisce che ci siano degli scandali», dice Ruini che si confessa amareggiato «da buon italiano e da vecchio tifoso».
Il biasimo della Chiesa ancora una volta suscita la reazione del ds Franco Grillini. Anche perché l’ex presidente dell’Arcigay ha già depositato la sua proposta di legge per l’attuazione dei Pacs. «Perché, eminenza, continuare a dire bugie sul diritto?» chiede Grillini a Ruini. «Non è vero che le coppie omosessuali possono rivolgersi al diritto esistente per sistemare in campo giuridico il loro rapporto di coppia - sostiene Grillini -.

Non esiste garanzia alcuna né a livello della normativa esistente e nemmeno nella giurisprudenza se si esclude la sentenza della Corte costituzionale sul diritto a rimanere nell’abitazione in seguito al decesso del convivente». Grillini vuole convincere Ruini del fatto che nei paesi dove i Pacs sono stati approvati «si è avuto più benessere e più felicità».

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