Mosca - Il plebiscito c'è stato. Il 70,23 per cento dei russi ha dato fiducia al delfino di Vladimir Putin, Dmitry Medvedev. E mentre gli osservatori europei si permettono di osservare che il "potenziale democratico" del Paese non è stato pienamente sfruttato, il nuovo presidente russo conferma che resterà fedele alle politiche portate avanti per otto anni dal suo predecessore: "La mia presidenza sarà una diretta continuazione".
Sulla linea di Putin Medvedev conferma che resterà fedele alle politiche portate avanti per otto anni da Putin. Nella sua prima dichiarazione ufficiale dopo il voto Medvedev ha assicurato che che la sua presidenza sarà "una diretta continuazione" di quella attuata dall'ex presidente. Quindi, replicando a quanti sostengono che i poteri reali di governo continuerà ad averli il presidente uscente, che sarà nominato premier, ha affermato: "L’ufficio principale del presidente è il Cremlino, quello del primo ministro è la Casa Bianca".
Osservatorio Ue: "Elezioni non libere" Il capo dell’unica missione europea che ha monitorato il voto di domenica ha denunciato che le elezioni russe vinte da Dmitry Medvedev "non sono state libere". "Non è stato un voto equo - ha detto Andreas Gross, componente dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa - pensiamo che non ci sia stata libertà in queste elezioni". La delegazione ha, poi, lanciato un appello al nuovo presidente perché "manifesti come primo passo una sufficiente fiducia verso il proprio Paese e la democrazia, in modo che in futuro possa garantire una rappresentanza degli osservatori ufficiali più ampia e con una permanenza più lunga". Parlando a nome della delegazione, Gross ha indicato anche le correzioni legislative auspicabili in Russia: "perfezionare la legge elettorale che riguarda il finanziamento della campagna elettorale per garantire più trasparenza del processo di voto", "rendere più facile l’iter di registrazione dei candidati indipendenti" e "creare una televisione indipendente pubblica". Secondo Gross, sarebbe necessario rivedere anche le modalità di partecipazione al voto delle persone che occupano posti di primo piano nella vita politico-istituzionale del Paese. Nel ribadire che in queste presidenziali la Russia non ha usato tutto il suo potenziale democratico, la delegazione ha precisato che "i risultati delle elezioni non sarebbero cambiati se nel corso del voto fossero state tenute presenti tutte le nostre raccomandazioni".
Le congratulazioni di Barroso Il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Durao Barroso, ha inviato un messaggio di congratulazioni a Medvedev. Nel suo messaggio Barroso sottolinea che la Federazione russa e l’Unione europea hanno fatto importanti progressi nella cooperazione: "Sono fiducioso che sotto la presidenza Medvedev la Federazione russa e l’Unione europea consolideranno la loro partnership nel rispetto, non solo degli interessi comuni, ma dei valori comuni al rispetto dei quali entrambe le parti si sono impegnate".
Lo scrutinio dei voti Secondo quanto annunciato in una conferenza stampa a Mosca dal capo della Commissione elettorale centrale, Vladimir Churov, con il 99,5% dei voti scrutinati, il leader comunista Gennady Zyuganov ha ottenuto il 17,6% dei voti, il leader nazionalista del Partito liberaldemocratico Vladimir Zhirinovsky il 9,37%, mentre il leader del Partito democratico Andrei Bogdanov si è fermato all’1,29%. L’affluenza alle urne è stata del 69,25%.
Con i 51,9 milioni di voti ottenuti, Medvedev ha conquistato il record delle preferenze nella storia delle elezioni presidenziali russe: al voto di quattro anni fa Putin aveva avuto 49,6 milioni di voti, mentre Boris Eltsin, nel 1991, ne aveva avuti 45,6 milioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.