Roma - Ci sono quelli che volevano andare «ma non posso». Quelli che ci saranno perché volere è potere. Tra adesioni fisiche, e affinità spirituali, decine di rappresentanti del centrosinistra sfileranno fisicamente o simbolicamente, oggi a Vicenza a partire dalle 14,30. Manifestazione di stampo antigovernativo, dal momento che si protesta contro l’ampliamento della base americana di Vicenza, decisa con il pieno avallo del governo Prodi.
A Vicenza batteranno i cuori del ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero e del presidente della Camera Fausto Bertinotti, trattenuti a Roma, ma solo per il ruolo. Ma anche quelli di molti sottosegretari fermati nella Capitale dal diktat di Prodi, come il sottosegretario all'Economia Paolo Cento. E così oggi si assisterà alla sublimazione delle «due anime» della coalizione di governo: quella che fino a ieri ha lanciato allarmi, chiedendo responsabilità ai manifestanti (Antonio Di Pietro, Francesco Rutelli), e quella che sbotta: «Basta criminalizzare la manifestazione».
In questa clamorosa spaccatura, Bertinotti ha conquistato qualche punto nel terreno dei movimenti con il suo «vorrei ma non posso», e ieri ha voluto dare una benedizione di ragionevolezza ai manifestanti: chi parteciperà alla manifestazione «esprima fino in fondo la propria radicalità in una pratica di assoluta non violenza - ha invitato il presidente della Camera - Dimostrino che possono stare insieme la radicalità della critica della società e la pratica della non violenza». Le richieste di sue dimissioni, si è difeso, «sono prive di senso». Il ministro Ferrero non sarà presente soltanto perché «non è possibile recitare due parti in una commedia. E’ evidente che saremmo tutti andati a Vicenza se non avessimo avuto ruoli istituzionali», confessa nuovamente.
Secondo Di Pietro, invece, «c’è un problema nella maggioranza, perché si vuole stare con due piedi in una scarpa: si vuole stare al governo e nel contempo fare opposizione». Se si va avanti così, avverte il segretario dello Sdi Enrico Boselli, «crolla la credibilità dell’Unione. Solo gli inviti del presidente del consiglio Prodi hanno evitato di assistere a uno spettacolo da Carnevale, con ministri e sottosegretari che marciano contro una decisione del governo di cui fanno parte». Prende posizione contro la manifestazione anche Tiziano Treu (Margherita): «Gli scenari foschi esistono».
Ma c’è tutta una parte dei ds che contesta invece questa impostazione: «I ds locali hanno aderito tutti - dice Cesare Salvi, della sinistra della Quercia - Credo che sia giusto supportare la stragrande maggioranza di Vicenza che si esprime contro l’ampliamento della base». Rifondazione sarà comunque presente «in forze. E’ il primo vero passo del partito di Bertinotti per tentare di recuperare quella piazza persa da quando il Prc è forza di governo. Non ci saranno i ministri, ma gran parte dei nomi di spicco, compreso quello del capogruppo del partito al senato, Giovanni Russo Spena. Non esistono pressioni dei riformisti sul Prc, difende il partito il segretario, Franco Giordano: «Rifondazione sarà presentissima, io con loro». L’opposizione «e una piccola parte dell’Unione», polemizza Russo Spensa, «da giorni cerca di rendere carica di tensione una manifestazione che invece sarà assolutamente pacifica e nonviolenta. Questi attacchi fanno parte di una campagna politica decisamente cinica».E sono «strumentali» le critiche di Cdl e parte dell’Unione «contro il presidente della Camera Bertinotti».
Se succederà «qualcosa» a Vicenza, avverte il deputato del Prc Salvatore Cannavò, la responsabilità sarà «delle istituzioni che si sono interessate alla questione solo in termini di ordine pubblico». E ha rivelato a Radio Radicale di non aver applaudito alla Camera quando mercoledì Amato ha chiesto solidarietà alle forze dell’ordine.
A Vicenza, annuncia Marco Rizzo, dei Comunisti Italiani, si manifesterà «con un grande movimento di massa per far correggere al governo un grave errore».
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