Roma - Erano le 10 e quaranta del mattino (le 8.40 in Italia) quando un camion imbottito di esplosivo scoppiò davanti alla base italiana di Nassiriya (Iraq), facendo saltare in aria il deposito munizioni e causando la morte di diverse persone tra militari e civili. Cinque anni dopo il ricordo della strage è sempre vivo nel cuore degli italiani. Il sacrificio di quelle diciannove persone viene ricordato dalle forze politiche che si uniscono nel ricordo e ribadiscono l’impegno a non dimenticare quelle vite.
Cerimonia al Senato Palazzo Madama ha dedicato alla memoria dei 19 caduti la sala delle conferenze stampa, al piano terra. Alla cerimonia erano presenti i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, i familiari dei militari morti cinque anni fa in Iraq, il comandante generale dei Carabinieri, Gianfrancesco Siazzu, e il capo di Stato maggiore dell’Esercito, Fabrizio Castagnetti.
Schifani: "Eroi di pace" "Quei diciannove caduti, dei quali 17 erano uomini in armi e soldati di grande valore, non saranno mai celebrati come eroi di guerra per la semplice ragione che non combatterono alcuna guerra: qualunque altra lettura della loro presenza in Iraq sarebbe un torto alla loro memoria". Il presidente del Senato, Renato Schifani, invita a definirli come "eroi di pace" visto il carattere umanitario della missione Antica Babilonia che impegnò i nostri soldati in Iraq dal 2003 al 2006. La memoria di chi ha dato la vita per il nostro Paese non appartiene alle forze armate né alle istituzioni né ad una parte politica ma è patrimonio indissolubile dell’intera collettività - sottolinea Schifani - che per avvalorare il concetto degli uomini in divisa caduti in missione come eroi di pace, richiama le parole dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che quando fu raggiunto dalla notizia della strage, disse: 'L’Italia è andata in Iraq non per partecipare ad una guerra ma per contribuire alla ricostruzione del paese: questa è l’identità della Repubblica italiana, costruire la pace'. Il vile attacco ai danni dei nostri soldati - ricorda ancora il presidente del Senato - non venne, nonostante la simpatia e la riconoscenza nutrite verso di loro dalla popolazione irachena, ma proprio a causa di questi sentimenti".
Fini: "Stabilità e diritti calpestati" "Non possono esserci né stabilità né prosperità se i diritti umani sono calpestati e se la libertà è minacciata dal terrorismo. È con questa consapevolezza che dobbiamo oggi onorare il sacrificio di quei martiri, unendo nel ricordo tutti gli italiani che in questi anni hanno offerto la loro vita per garantire la pace". Il presidente della Camera Gianfranco Fini ricorda che "l’Italia sperimentò direttamente l’inumana ferocia che anima l’attacco terroristico alla pacifica convivenza di culture, nazioni e popoli. Quel giorno lo sgomento, lo smarrimento, la sofferenza del Paese furono enormi. Ma furono grandi anche la solidarietà, la partecipazione, la coesione tra il nostro popolo e le istituzioni. L’Italia si raccolse unita intorno a quei diciannove eroi che avevano sacrificato la loro vita per costruire un mondo più giusto e più libero".
La Russa: "Sacrificio non sarà dimenticato" "La richiesta delle famiglie dei caduti a Nassiriya ai parlamentari di tutti gli schieramenti è che la giornata di oggi sia ricordata in forma stabile nella memoria di tutti i caduti per la pace. Credo si tratti di una richiesta bella". Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, rilancia l’idea di trasformare la ricorrenza dell’attentato in Iraq in memoria di quanti sacrificano la propria vita nelle missioni di pace.
La Russa ha ringraziato a nome dei familiari il Senato per la decisione di intitolare la sala dove si svolgono gli incontri con la stampa ai caduti di Nassiriya sottolineando che "quello che chiedono i familiari e di non dimenticare il sacrificio dei loro congiunti, il loro modo di servire la patria, che ha dato significato profondo alla loro vita proprio nel momento della loro morte".
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