da Roma
Un decreto ad hoc per far sì che la salma di Hina Salem, la giovane pakistana sgozzata dal padre il 12 agosto scorso in provincia di Brescia, possa rimanere in Italia. Il ministro per i Diritti e le pari opportunità, Barbara Pollastrini, accoglie la richiesta della deputata di Alleanza nazionale Daniela Santanchè e afferma che «il governo farà di tutto perché la salma della ragazza rimanga in Italia e non venga cremata».
Sono infatti due mesi che il corpo di Hina giace nell'obitorio di Brescia in attesa che si sblocchi una situazione complicata: da una parte la madre della ragazza ha chiesto che il corpo venga traslato in Pakistan, Paese al quale Hina non voleva tornare. Dall'altra l'ex convivente della ragazza, un giovane operaio bresciano di 33 anni, chiede che il corpo della giovane rimanga in Italia. «Abbiamo fatto ricorso a un escamotage - spiega l'avvocato del ragazzo - per fare in modo che il corpo non venisse espatriato: la legge ci consente infatti di mantenerlo in Italia fino alla conclusione del provvedimento».
Di fronte a tutto questo la Santanchè critica l'atteggiamento «di tante donne di sinistra che sono scese in piazza e hanno manifestato in occasione del rapimento delle due Simone, ma non hanno alzato la voce come avrebbero dovuto di fronte all'assassinio di Hina». «Su fatti tanto drammatici non voglio polemizzare» è stata la risposta del ministro.
Hina fu sgozzata dal padre perché conduceva una vita ribelle e non consona ai dettami della religione islamica a cui luomo ha detto di aver ispirato la propria vita. Lei sognava una vita «occidentale» e rifiutava le nozze programmate dai suoi familiari con un parente in Pakistan. Voleva rimanere in Italia e integrarsi. Adesso rimarrà probabilmente qui, ma da morta.
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