Il Salone piange la sorte del libro. Per fortuna c'è la Venier a salvarlo...

I nuovi dati sono impietosi: si vende e si legge poco. E infatti il Lingotto diventa sempre più pop

Il Salone piange la sorte del libro. Per fortuna c'è la Venier a salvarlo...
00:00 00:00

Dal nostro inviato a Torino

Brutta giornata per il libro, al Salone del Libro: mentre camminiamo per gli stand, strapieni di libri (siamo a circa 70mila titoli fra novità e ristampe pubblicati ogni anno, e immaginate voi quanti inutili), vengono annunciati i dati dell'Aie, l'Associazione italiana degli editori, riguardanti il libro. Ahia. È inquietante. La notizia è che nei primi quattro mesi del 2025 il mercato è calato ancora: meno 3,6% per l'editoria (romanzi e saggi) rispetto allo stesso periodo 2024: significa 431 milioni di euro di vendite a valore per una minor spesa degli italiani di 16 milioni di euro. Sono quasi un milione le copie di libri acquistati in meno dagli italiani quest'anno su 29,2 milioni di copie complessive.

Riassumendo: va male la narrativa italiana, quella di genere è un po' meglio (il romance soprattutto), crescono i bambini che leggono (ma solo quelli, poi smettono presto; è come la fede: da piccoli la fede acquisita è generale, già da ragazzi la fede vissuta una rarità); e flette anche il catalogo. Ah. Il segno meno interessa tutti i canali di vendita: librerie fisiche, online e grande distribuzione.

Bene. Anzi, malissimo. Restiamo - in tutto - un Paese diviso in due; e non, sia chiaro, diviso tra destra e sinistra, ma fra alto e basso. Dentro il Salone si vive in una bolla, brodo di cultura delle élite; e fuori c'è il Paese reale. Dentro il Lingotto e sui giornali (che non legge più nessuno...) tutti discutono, lanciano appelli e si sciolgono in piagnistei per la crisi del libro, spiegandoci che «solo i libri possono salvare la democrazia», «solo con i libri si può vincere la guerra», «solo nei libri possiamo riconoscerci come comunità»; fuori la gente continua a vivere, più o meno, come sempre: solo il 10% degli italiani legge almeno un libro al mese; il resto o non legge o ne legge uno solo all'anno, e magari è un romanzo di Valérie Perrin o il pamphlet di un giornalista, se va bene; se va male è un giallo di Antonio Manzini.

Ora. Noi non abbiamo risposte alla crisi del libro. Ma una domanda, sì; anche se molto populista. Ed è questa: ha senso lamentarsi dentro il Salone della deriva analfabetizzante del Paese se poi l'evento clou è l'incontro con Ligabue e il cardinal Zuppi o quello con Fabio Fazio, la Littizzetto e Maria Venier? Mara Venier! Una che sa di sugo persino più della Clerici.

È la contraddizione di un'élite che predica il sacro e razzola nel

profano. Meglio essere più onesti. Lasciare stare la lamentatio sull'Italia che non legge e affidarsi senza sensi di colpa al nazional-popolare. E dal Salone a Sanremo la metamorfosi sarà compiuta. E si fa anche più share.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica