Chi nasce a Kurri Kurri non può andar piano. Casey Stoner lha sempre saputo ed è cresciuto così, kurrendo kurrendo e anche esagerando. Fu così che il simpatico e zingaro e schietto motomondo non ci mise molto ad affibbiargli il soprannome di rolling Stoner, nel senso di rotolante e sempre a terra. Narra però leggenda che chi nasce a Kurri Kurri si porti in dote quintalate di testardaggine, delicatezza di pensiero e grande capacità di vedere lontano. In pratica è gente che va veloce, tutta dun pezzo, sensibile e pianificatrice. E Casey lha confermato. Da canguro zingaro che rotolava in pista è diventato il primo campione del mondo Ducati, anno 2007, e al rientro in Honda ha stravinto quasi guidasse uno scooter. Con quella di ieri a Phillip Island, davanti ai nostri Simoncelli e Dovizioso, fanno questanno 9 vittorie, 1 secondo posto e 5 terzi.
Da canguro zingaro che solo lanno primo di approdare in Ducati magicamente sedotto da quel conoscitore di talenti e piloti che si chiama Livio Suppo - ex team manager della Rossa ora alla guida dellHonda - dormiva spesso come un vagabondo sulle panchine degli aeroporti, Stoner ha saputo poi illuminare lItalia e la Ducati conquistando il titolo 2007, mostrando anni dopo tutta la propria sensibilità. Perché dopo quel titolo arrivarono belle vittorie e molte cadute, arrivò persino, anno 2009, uno stop di diverse settimane che in molti ritennero legato a una forma di stress da competizione. Nulla di più sbagliato. Col senno del poi, con le molte difficoltà incontrate da Rossi nel domare la Ducati, lo stress da competizione di Stoner verrà riletto come il bisogno di staccare di un pilota che stava dando lanima ad ogni gara per colmare i limiti di una moto che allinsaputa di tutti andava perdendo parte del proprio vantaggio tecnico. Una moto che diventava sempre più difficile da tenere in pista come il 2011 dimostra e la caduta di ieri di Rossi conferma («La moto non vuole fare sorpassi. Non mi fido dell'anteriore: se lo faccio, cado»).
Ma si diceva. Prima la tenacia per emergere, poi la sensibilità ipertrofica che gli fa proteggere la privacy del suo matrimonio con la bella Adriana e del bimbo in arrivo. Una sensibilità che lo spinse a staccare dalle corse per recuperare energie senza mai puntare il dito sui mali della Rossa, e che va a braccetto con lultima sua grande dote: quella di saper pianificare. Casey lha ribadito ieri. Sarebbe andato ugualmente a vincere il titolo in Australia, anche senza il doloroso forfait di Lorenzo che ha rischiato lamputazione di un dito cadendo nelle ultime libere.
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