Il biancospino (Crataegus oxyacantha la specie selvatica e Crataegus monogyna la specie comune) è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Cresce spontaneamente nelle zone temperate dell'emisfero settentrionale di Europa, Asia e America. In Italia è diffuso soprattutto nel sottobosco, ai confini delle zone boscose e nelle aree alberate adibite al pascolo.
L'arbusto è facilmente riconoscibile per la sua bellezza delicata. Piccolo e spinoso, presenta foglie di colore verde brillante e fiori bianchi o rosati con cinque petali e riuniti in corimbi. La fioritura, che avviene tra aprile e maggio, lascia poi spazio, verso la fine della stagione estiva, all'avvento dei frutti, ovvero piccole drupe rosse assai caratteristiche. I benefici del biancospino (attività cardioprotettiva, antiossidante e sedativa) sono noti sin dai tempi più remoti.
Biancospino, un po' di storia
I termini botanici Crataegus oxyacantha e Crataegus monogyna derivano dalle parole greche "kratos", "oxus" e "anthos" che significano rispettivamente "forza", "acuminato" e "fiore". Si rifanno, dunque, alle caratteristiche del biancospino, utilizzato già dagli antichi greci come simbolo di buon auspicio per decorare gli altari prima delle celebrazioni nuziali. Il medesimo uso era comune fra i romani che solevano chiamarlo "alba spina" ossia "spina bianca". Poiché essi ritenevano che la pianta possedesse il potere di scacciare gli spiriti maligni grazie alle sue spine, appendevano piccoli rametti fioriti sopra le culle dei neonati.
Definito "albero delle fate" dagli antichi celti, lo ritroviamo nella mitologia romana come arbusto consacrato a Flora, dea della primavera e a Maia, dea del mese di maggio. Si narra infatti che, essendo Maia sostenitrice della castità, durante il mese a lei dedicato fosse vietato celebrare matrimoni. Nel caso in cui le nozze fossero state indispensabili, per placare le eventuali ire della divinità, si accendevano in suo onore cinque torce fabbricate con legno di biancospino.
Rituali simili erano diffusi anche in epoca medievale quando, nel corso del mese di maggio, era usanza popolare posizionare l'arbusto nella piazza del paese. Dopo averlo decorato con cura, si indiva una festa scandita da danze propiziatorie attorno allo stesso albero. Ci si auspicava in questo modo di donare prosperità alla comunità locale.
Proprietà e benefici del biancospino
Il biancospino è da sempre considerato l'alleato del cuore. Il merito spetta ai flavonoidi di cui è ricco. Questi composti polifenolici presenti soprattutto nelle foglie e nei fiori essiccati, infatti, dilatando i vasi sanguigni e diminuendo la resistenza degli stessi, inducono un abbassamento della pressione arteriosa e migliorano in maniera significativa l'insufficienza cardiaca.
Diversi studi hanno, altresì, documentato che l'estratto secco della pianta è in grado di ridurre il gonfiore alle caviglie e la tachicardia anche quando quest'ultima è associata ad angina pectoris o ad altri disturbi connessi a uno stato di ipereccitabilità miocardica. Non bisogna, poi, obliare l'azione antiradicalica derivante dalla sinergia di flavonoidi, steroli e proantocianidoli. Questi antiossidanti, contrastando l'accumulo di colesterolo ossidato all'interno delle pareti dei vasi sanguigni, dimezzano il rischio di aterosclerosi.
Il biancospino è il naturale amico dei soggetti ansiosi. La vitexina, principio attivo in esso presente, agisce a livello del sistema nervoso centrale e riduce così gli stati di tensione e le problematiche del sonno. Tuttavia, i benefici dell'arbusto non si esauriscono qui. Utile è la sua assunzione in caso di disturbi dell'apparato digerente (mal di stomaco, diarrea, infezioni di varia natura). Se applicato sulla pelle, infine, si rivela efficace nel trattare foruncoli, geloni, ulcere e piaghe.
Modalità di somministrazione ed effetti collateral
Il biancospino può essere assunto in vari modi (tisane, tintura madre, olio essenziale, capsule), tuttavia la modalità di somministrazione più impiegata è l'estratto secco nebulizzato di vitexina. La Farmacopea Ufficiale italiana ne stabilisce anche la dose che consiste in 500-1000 milligrammi al dì, lontano dai pasti per almeno sei settimane. Generalmente ben tollerata, la pianta non va usata in gravidanza e durante l'allattamento.
La somministrazione deve essere attentamente valutata nei bradicardici, ovvero soggetti la cui frequenza cardiaca è inferiore ai sessanta battiti al minuto.
Come tutti i rimedi naturali, anche il biancospino può provocare effetti collaterali, in particolare nausea e gastrite. Seppur più raramente, sono state riscontrate altre manifestazioni, quali palpitazioni, mal di testa e vertigini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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