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Siete sempre tristi? Può essere distimia

Sentirsi continuamente tristi è un campanello d'allarme, soprattutto se questo stato d'animo non è motivato da eventi difficili come lutti e separazioni

Siete sempre tristi? Può essere distimia
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Insonnia, scarso appetito, autosvalutazione, sconforto, scarsa energia. Attenzione a questi sintomi, spesso sottovalutati o associati alla depressione, potrebbero in realtà essere il campanello d'allarme per la distimia, un disturbo che potrebbe permanere nel tempo.

Distimia: significato e differenze con la depressione

La distimia è un disturbo dell'umore simile alla depressione, ma di gravità inferiore e con tendenza a perdurare nel tempo. Secondo recenti dati statistici, ogni anno vengono colpite 105 milioni di persone di qualsiasi età (ovvero l'1,5% della popolazione mondiale) e sempre secondo tali dati sono le donne i soggetti che più ne soffrono. Il termine "distimia" è stato coniato nel 1970 dal medico Robert Spitzer , prima di allora i sintomi venivano associati alla cosiddetta "personalità depressiva".

A partire dal 2013 il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), che include la malattia nel capitolo dedicato alla depressione, parla della stessa come di disturbo depressivo persistente (Persistent Depressive Disorder). Nonostante la minore severità rispetto alla depressione, la problematica è cronica. Ciò significa che la sintomatologia persiste per almeno un paio di anni.

Cause e fattori di rischio

Non sono ancora note le cause della distimia, esistono però fattori di rischio biologici, genetici e ambientali in grado di favorirne la comparsa. In riferimento ai primi, alcuni studiosi ritengono che il cervello dei soggetti distimici subisca importanti cambiamenti neurologici, ad esempio la carenza o la scarsa attività di neurotrasmettitori come la serotonina.

Tuttavia queste ricerche lasciano aperti molti interrogativi. Uno fra questi è il fatto che i malati non presentano alcuna alterazione dell'attività cerebrale. L'ipotesi di una componente genetica alla base della patologia si basa sulla constatazione che spesso i pazienti hanno dei consanguinei affetti dalla stessa problematica o dalla depressione. Al pari di quest'ultima, anche la distimia è legata a situazioni di vita difficili (lutti, stress intenso, difficoltà economiche e/o di salute).

Distimia cronica: sintomi fisici e nell'umore

Come già accennato il disturbo è cronico. Il soggetto alterna fasi in cui è sofferente ad altre in cui sembra guarito anche se non lo è. Negli adulti i principali sintomi sono: tristezza, perdita di interesse per qualsiasi attività quotidiana, insonnia o ipersonnia, scarsa autostima, irritabilità, poca concentrazione, senso di colpa, appetito eccessivo o mancanza dello stesso, visione pessimistica dell'esistenza.

La distimia può colpire anche i bambini e si manifesta con: problemi comportamentali, cattivo rendimento scolastico, mancanza di autostima, tendenza alla solitudine, nervosismo. Spesso nei piccoli è associata alla sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e all'ansia generalizzata.

Complicazioni e trattamenti terapeutici

Le complicazioni della patologia possono rivelarsi anche gravi. Tra queste si ricordino: depressione vera e propria, isolamento sociale, totale inoperosità, disturbi alimentari, uso e abuso di sostanze tossiche, tendenze suicide. Sentirsi temporaneamente tristi è normale e comprensibile, soprattutto in seguito a eventi sfavorevoli della vita. Se tuttavia questo stato d'animo persiste e interferisce con la propria quotidianità, è bene rivolgersi al proprio medico. La terapia della distimia si basa su un adeguato percorso psicologico e sulla somministrazione di farmaci antidepressivi (triciclici, inibitori della ricaptazione della serotonina e della norepinefrina).

Data la cronicità della distimia, l’intervento integrato di di entrambi i trattamenti si è dimostrato maggiormente efficace rispetto all’applicazione di uno o l'altro.

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