L'ippocastano (Aesculus hippocastanum) è una pianta arborea appartenente alla famiglia delle Hippocastanacee. Si riconosce facilmente per via della sua maestosa bellezza. L'albero, che può raggiungere anche i 25-30 metri di altezza, presenta una chioma di un verde brillante che assume sfumature giallo-aranciate nel periodo autunnale.
Originario dell'area settentrionale della penisola balcanica, l'ippocastano è oggi diffuso in tutte le zone temperate dell'Europa e in Italia, in particolar modo nelle regioni centro-settentrionali dove spesso viene utilizzato a scopo ornamentale per abbellire viali e parchi pubblici. L'arbusto è altresì noto come castagno d'India o castagna matta per via della tossicità dei semi del frutto. Scopriamo quali sono le sue proprietà e i suoi innumerevoli benefici.
Ippocastano, un po' di storia
Le origini dell'ippocastano sono davvero antiche, basti pensare che molto probabilmente esso è un residuo dell'era terziaria. L'etimologia del nome non è chiara. Si ipotizza che derivi dall'unione di due termini greci, "ippo" ovvero "cavallo" e "kastanon" cioè "castagna". Questo perché la tradizione vuole che i Turchi dessero la polvere derivante dalle castagne d'India ai cavalli per guarirli dalla tosse. L'arbusto fu introdotto in Europa intorno al XVI secolo e in particolare a Vienna nel 1591 da Charles de l'Écluse e a Parigi nel 1615 da Bachelier come pianta ornamentale.
Attorno all'albero sono nate molte leggende. Si riteneva che le castagne matte o amare, se conservate in tasca, offrissero protezione da qualsiasi malanno, soprattutto dal raffreddore e che tenessero i ragni lontano dalle abitazioni. Oggi l'ippocastano più famoso è quello che si trova ad Amsterdam e che Anna Frank contemplava dalla sua finestra nell'alloggio segreto, dove si nascose dal 1942 al 1944 per sfuggire alle persecuzioni ebraiche.
I costituenti dell'ippocastano
Le proprietà dell'ippocastano derivano dalla presenza di numerosi costituenti chimici che gli hanno permesso di divenire uno degli arbusti maggiormente utilizzati in ambito erboristico e omeopatico. In particolare la pianta è ricca di:
- saponine a nucleo triterpenico (escina, criptoescina A);
- allantoina;
- proantocianidine;
- amidi;
- flavonoidi (quercetina, kaempferolo);
- tannini catechici;
- esculina.
I benefici dell'ippocastano
La medicina tradizionale ha approvato da tempo l'efficacia dell'ippocastano contro i disturbi circolatori venosi, tra cui emorroidi, fragilità capillare, insufficienza venosa periferica, varici e cellulite.
Il merito spetta all'escina, una miscela di saponine triterpeniche che, oltre ad aumentare il tono venoso e la resistenza capillare, ha un'azione antiedemigena, ovvero rimuove l'accumulo dei liquidi interstiziali. Inoltre uno studio condotto su 80 soggetti ha dimostrato che l'assunzione dell'estratto di semi di ippocastano tre volte al giorno per un periodo di due mesi è stata in grado di diminuire il gonfiore e il sanguinamento tipici delle emorroidi. L'escina, in associazione all'esculoside, un glucoside cumarinico presente nella pianta, presenta altresì proprietà antinfiammatorie che si esplicano mediante l'inibizione della sintesi di citochine pro-infiammatorie, le interleuchine e il TNF-alfa.
Non tutti conoscono i benefici cosmetici dell'arbusto. Non solo, infatti, agisce sulle adiposità localizzate, ma è anche un valido aiuto per contrastare l'eccesso di sebo che caratterizza i capelli grassi. Ingrediente chiave di alcuni shampoo, l'ippocastano purifica la cute senza aggredirla. I risultati si traducono in chiome pulite più a lungo, sane e lucenti. Nella medicina popolare, infine, le foglie vengono utilizzate per combattere:
- dolori mestruali;
- tosse;
- artrite;
- reumatismi;
- mal di schiena:
- distorsioni;
- contusioni;
- prostatiti.
Modalità d'uso e controindicazioni dell'ippocastano
L'ippocastano può essere usato sotto varie forme: tintura madre, gemmoderivato, estratto per preparare gel e pomate, decotto ottenuto dalla bollitura dei semi contusi. Tutti possono assumerlo, fatta eccezione per gli individui allergici alla pianta e per coloro che soffrono di patologie epatiche e renali o che seguono una cura a base di antiaggreganti piastrinici e anticoagulanti. In caso di gravidanza e allattamento il consulto del medico è doveroso.
Gli effetti indesiderati dell'ippocastano
riguardano soprattutto l'apparato gastrointestinale e includono:- nausea;
- vomito:
- diarrea;
- reflusso gastroesofageo;
- costipazione.
Particolare attenzione deve essere prestata da soggetti con la pelle sensibile. Gli unguenti, infatti, possono provocare prurito e arrossamento.
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