«Doveva essere la perla della Valpolcevera, ma si sono occupati di costruire le case lasciando un contorno desolante». I residenti del quartiere nuovo di San Biagio, quello nato una decina di anni fa sulle macerie delle aree che ospitarono le raffinerie della Erg, rimangono allibiti ogni volta che imboccano via Garrone (la strada che da Bolzaneto raggiunge il quartiere) per il degrado che in pochi anni si è creato in zona. Dove, nel giro di pochi metri, sono in bella evidenza una discarica abusiva e dei giardini pubblici che appaiono come una giungla in città. La discarica la trovi in uno slargo: ci sono mobili, legname vario e addirittura un camion lasciato lì da chissà quanto e da chissà chi. Molti mormorano che sia opera degli zingari che vivono nel campo nomadi di via Nostra Signora della Guardia che sta a poche centinaia di metri. Ma nessuno lo dice apertamente. Poi, salendo, ti trovi in quella che nel progetto doveva essere larea verde del quartiere, il punto di socializzazione da aprire anche a feste collettive soprattutto in estate.
Il verde non manca, certo. Ma segna lincuria e ha laria dellabbandono: «Impensabile che un giardino pubblico realizzato da pochi anni non venga tenuto a posto dallamministrazione comunale - denuncia Alessio Bevilacqua, consigliere del Municipio V del Pdl, che si è fatto portavoce della lamentela dei residenti di San Biagio -. Sembra proprio che si siano dimenticati dellesistenza: è terra di nessuno». Vedi vegetazione incolta, una fontanella dalla quale non esce un filo dacqua neanche durante la torrida estate e una pavimentazione devastata, «non ci sono nemmeno le pattumiere per la raccolta dei rifiuti.
San Biagio, da perla della valle a isola dimenticata
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