Reggio Calabria - Un consigliere regionale, un dirigente di settore e il direttore dell'Asl di Catanzaro. Più il mandante e uno degli esecutori dell'omicidio Fortugno. Insieme a loro gli uomini della 'ndrangheta del boss di Africo, quella del boss Giuseppe Morabito "u Tiradrittu". Sono 18 in tutto le persone arrestate stamani dai carabinieri di Reggio nell'operazione "Onorata Sanità". L'inchiesta ha messo in luce legami tra ambienti mafiosi e politica e fatto emergere un’ampia rete di meccanismi che coinvolgeva dirigenti ed operatori dei servizi sanitari a livello regionale, provinciale e locale. Attraverso questa rete, secondo l’accusa, venivano condizionate le scelte delle strutture politico-amministrative per favorire attività ed interessi privati.
Politica In manette è finito il consigliere regionale Domenico Crea, eletto nel 2005 nelle liste dell’allora Margherita (oggi nella Dc di Rotondi), è subentrato nel consiglio regionale della Calabria dopo la morte di Francesco Fortugno. Insieme a lui il dirigente vicario del dipartimento Sanità della Regione Calabria, Peppino Biamonte, e il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, Piero Morabito. Biamonte e Morabito, coinvolto nell’inchiesta perché negli anni scorsi era stato direttore generale dell’Azienda sanitaria locale 11 di Reggio Calabria, sono agli arresti domiciliari.
L'omicidio Fortugno Tra gli arrestati sono anche Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio (nella foto), presunti responsabili dell’omicidio del vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno. Alessandro Marcianò è accusato di essere stato il mandante dell’omicidio di Fortugno, che avrebbe ordinato per consentire a Domenico Crea, anch’egli arrestato nell’operazione della scorsa notte, di subentrare allo stesso Fortugno nel consiglio regionale. Il figlio Giuseppe, invece, avrebbe svolto, sempre secondo l’accusa, il ruolo di mandante e al contempo di esecutore dell’assassinio di Fortugno.
Sequestrata una clinica Una clinica privata è stata sequestrata dai carabinieri. Nell’ambito dell’inchiesta sono indagate complessivamente 47 persone di cui 18 destinatarie di provvedimenti restrittivi in carcere ed ai domiciliari.
Gli altri in manette Nell’operazione "Onorata sanità" sono rimasti coinvolti dirigenti e manager della sanità, e numerosi medici. Si tratta di Antonio Iacopino, 69 anni, medico, capo struttura della segretaria di Domenico Crea; Leonardo Gangemi (61) direttore amministrativo dell’ospedale di Melito Porto Salvo; Giuseppe Pansera (51) medico, genero del boss Giuseppe Morabito; Paolo Attinà (45) operaio forestale; Antonino Saverio Foti (30) dipendente della Regione ed autista del consigliere Crea; Alessandro Marcianò (57), caposala dell’ospedale di Locri, implicato nel delitto Fortugno, attualmente detenuto a Cuneo; Giuseppe Marcianò (29) commerciante, figlio di Alessandro, anch’egli accusato del delitto Fortugno, attualmente rinchiuso nel carcere dell’Aquila.
Gli altri colpiti dal provvedimento del Gip, i quali hanno ottenuto gli arresti domiciliari, sono Peppino Biamonte (60), dirigente vicario del Dipartimento tutela della salute e politiche sociali della Regione Calabria; Pietro Morabito (64) direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro e già direttore generale dell’Asl 11 di Reggio Calabria; Laura Autelitano (30 anni) medico, moglie di Antonio Crea, direttore amministrativo di Villa "Anya"; Francesco Cassano (60) dirigente medico dell’Ospedale di Melito Porto Salvo; Santo Emilio Caridi (54), responsabile del poliambulatorio di Gallico (Reggio Calabria); Salvatore Asaro (58), direttore del Pronto soccorso dell’ospedale di Melito Porto Salvo; Domenico Pangallo (58) dirigente dell’Asl
di Melito Porto Salvo; Domenico Latella (71), già direttore amministrativo dell’Asl 11 di Reggio Calabria; Roberto Mittica (50), componente della commissione verifica dei requisiti minimi dall’Asl 11 di Reggio Calabria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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