Come in ogni festa di partito che si rispetti, anche qui, a Mirabello, non manca lo spazio satira. Soltanto che, se non ci fosse il gazebo a fianco dove si vendono le magliette delle Folgore, uno penserebbe di stare a una kermesse del popolo viola.
Seduto a un tavolino, il satiro sforna vignette una via laltra. Ovviamente tutte anti Cav. «Io sarei più che disposto a saldare i conti in sospeso con la giustizia dice un corrucciato Berlusconi ma non trovo più giudici che accettano soldi». Giustizialista. E ancora: un Berlusconi in versione nano si rivolge a uno spilungone Fini: «Se vuoi arrivare alla mia altezza devi chinarti davanti a me», ordina il dittatorello di Arcore. Anche Il Giornale, considerato la mazza ferrata in mano al Cavaliere, è preso di mira mica da ridere: Berlusconi è al telefono con Fini e gli assicura «Gianfranco, se torni nei ranghi ti garantisco che Feltri deciderà in assoluta autonomia di non attaccarti più». Altro bersaglio sono gli ex colonnelli di An, colpevoli di essere rimasti fedele agli elettori. Un omino si rivolge a un altro armato di stracci e scopettone: «Campi pulendo gli specchi nei bagni di Gasparri e La Russa?». E laltro: «Quando escono sono regolarmente coperti di sputi». E ancora: un Berlusconi in versione fattore stringe nelle mani secchi, di quelli che si adoperano nelle stalle, di mangime e acqua: «Sto portando da mangiare agli ex finiani rimasti con me».
Lautore delle vignette, Vincenzo Zapperoli da Bologna, lungi dallessere un Vauro di destra, ammette: «Io? Sono di sinistra, sinistrissima». E che ci fa qui? «Mi piace quello che sta facendo Fini perché sta disarcionando il Caimano». Difficile che, visti gli umori che trasudano antiberlusconismo, il cosiddetto «cofondatore» rientri nel «suo» partito. Il vignettista adottato dai finiani ha il dente avvelenato con il Cavaliere: «Io lho conosciuto sa? Ho iniziato quando ancora cera la Fininvest. Facevo disegni durante la trasmissione Bim Bum Bam con Bonolis e la figlia di Berlusconi, Marina, che aveva 11 anni, si innamorò di me. Rideva da morire. Poi con Berlusconi ho litigato per questioni di soldi. Ora non lo sopporto».
Poi, il satiro, ripiega la testa e disegna, disegna, disegna.
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