Roma

Sbagliano l’asfalto lungo il passante: da mesi i residenti non dormono più

Il comitato di quartiere ha chiesto invano l’intervento dei vigili urbani e dell’Arpa

La zona tra via del Foro Italico e via Olmi era una delle più belle di Roma Nord. Ci si andava a passeggiare e, volendo, a raccogliere le margherite. Adesso gli abitanti passano le notti in bianco. Pazienza per i loro giardini devastati con la Tangenziale per i Mondiali di calcio del 1990 e poi per gli «aggiustamenti» del tunnel di Monte Mario necessari per il «passaggio a Nord-Ovest». Il fatto è che non dormono più per quel rombo infernale, 24 ore su 24, delle auto che sfrecciano a tutta velocità sotto le finestre.
«È come vivere sull’autostrada», esemplifica l’ingegnere Giuseppe D’Onofrio, che fa parte del «Comitato Farnesina» nel quale si riconoscono gran parte degli abitanti del quartiere. «Come stare a Vallelunga» gli fa eco qualcun altro.
La vicenda ha qualche risvolto alla Totò. Pare si sia usato il bitume inadatto. «L’impresa che ha realizzato il «passante» di Monte Mario, per garantirne l’apertura, in un primo tempo aveva utilizzato asfalto fonoassorbente - spiega sempre l’ingegnere D’Onofrio -. Poi, inspiegabilmente, nel giugno successivo, la riasfaltatura è stata eseguita non più con quello fonoassorbente ma con un asfalto antiscivolo che consente di viaggiare più veloci e sicuri ma è molto più rumoroso».
Come in autostrada o in autodromo, appunto. «E per noi è stato l’inferno» dice ancora, sconsolato, D’Onofrio. Si è trattato di un errore? «Mah - allarga le braccia l’ingegnere - senz’altro per noi è stato uno sfregio».
Il resto della storia riguarda la burocrazia. Centinaia di firme raccolte, una valanga di proteste: risultati zero. Un esposto è stato spedito il 17 settembre dello scorso anno. Per rispondere al quale la «Sezione polizia socioambientale-Reparto Tutela Ambiente» del Corpo della Polizia Municipale di Roma ha impiegato quattro mesi.
Il 13 gennaio 2006 il dirigente facente funzioni, dottor Rolando Marinelli, ha messo nero su bianco che «sulla strada in oggetto è in vigore il limite di velocità di 70 km/h» ma «per motivi di sicurezza (sic!) risulta difficile predisporre controlli da parte del nostro personale».
«Evidentemente c’è la convinzione che in via del Foro Italico “per motivi di sicurezza” non esistono limiti di velocità», replica caustico il professor Riccardo Maurizio Enrici, uno degli abitanti insonni e arrabbiati, che aggiunge: «La tutela della salute è un bene primario e, da medico, dico che questa situazione rischia di nuocere gravemente alla salute».
Ma il dottor Marinelli a nome della Polizia municipale ha anche precisato di aver chiesto, fin dal 30 settembre scorso (“con nota protocollo 46468”), all’Arpa Lazio (l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) di effettuare i controlli fonometrici.
Per la precisione, della questione è stata investita l’«Area Agenti Fisici - Unità rumore, vibrazioni, microclima, radiazioni ionizzanti». A dispetto di un sigla così impegnativa, però, dall’Arpa, a tutt'oggi, non si è fatto vivo nessuno.
«È una cosa inaccettabile» dicono all’Ufficio Relazioni con il pubblico dell’Arpa: «Comprendiamo l’arrabbiatura dei cittadini. Domani stesso (ndr, oggi) cercheremo di capire che cosa non ha funzionato».
Della questione, per vederci chiaro, si occuperà anche l’assessore regionale all’Ambiente Angelo Bonelli. Qualche segnale sarebbe auspicabile (soprattutto) dal Campidoglio.
Comunque, nel frattempo non è neanche possibile augurare agli abitanti di via del Foro Italico: «Dormite sonni tranquilli». Magari potessero...
Loro, dopo tante notti insonni, evocano l’ultimo dilemma: «Ma perché al Comune esiste un Reparto Tutela Ambientale se non ha i mezzi per operare e tutelare l’ambiente?».

Bella domanda.

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