Scade oggi l’ultimatum del sindaco sulle aree

Non è un ultimatum, ma qualcosa di molto simile. Scade oggi il tempo concesso dal sindaco e commissario di Expo Letizia Moratti per sciogliere il nodo delle aree di Rho-Pero. La proposta della famiglia Cabassi e della Fondazione Fiera è sul tavolo di Comune, Regione e Provincia già da lunedì sera. Nelle lettere la proposta di un comodato d’uso dei terreni al prezzo simbolico di un euro e dal 2016 il diritto alle volumetrie per costruire nel 30 per cento delle aree che non diventeranno di uso pubblico. Quarantotto le ore concesse dalla Moratti lunedì per perfezionare l’offerta dei proprietari, in modo da poter valorizzare al massimo l’interesse della collettività in accordo con quello dei privati. «So che sono in corso incontri tecnici - ha spiegato ieri il sindaco - e mi aspetto di ricevere una proposta che sia la più vantaggiosa possibile dal punto di vista degli esborsi per gli enti locali e che valorizzi al meglio gli interessi pubblici. Pur tutelando i legittimi interessi dei privati». Una soluzione che non piace proprio alla Regione. Con il governatore Roberto Formigoni («Ognuno fa le proprie valutazione sul tempo necessario») che non vuol rinunciare alla sua ipotesi di costituire una società ad intero capitale pubblico per acquistare i terreni (costo 200 milioni di euro) e poter così realizzare l’urbanizzazione successiva all’evento. Di «paletti» difficili da superare per Cabassi e Fiera aveva parlato il Pirellone già lunedì. Come la richiesta ai privati di partecipare agli oneri di urbanizzazione e alla realizzazione delle opere necessarie all’Expo, indice edificatorio a 0,52 e non rivisto. Oltre all’immediata presentazione del piano industriale e all’esclusione della possibilità di esercitare i diritti volumetrici acquisiti anche in altre parti della città. Contrapposizioni tra Comune e Regione, ma la Moratti anche ieri nega, almeno in pubblico, un braccio di ferro con Formigoni. Mentre una chiamata del plenipotenziario della Lega in Expo Leonardo Carioni ha rassicurato Formigoni della inconsistenza di un’ipotesi di asse tra Moratti, Bossi e Tremonti. «Da commissario - le parole della Moratti - ho portato avanti, in accordo con Provincia e Regione le proposte che insieme avevamo concordato: prima l’acquisto e poi la proposta del pieno utilizzo delle aree con la parte più importante che rimarrà pubblica».
«La proposta dei privati? Vediamola nei dettagli», chiede il presidente della Provincia Guido Podestà che dopo un iniziale entusiasmo per la proposta di Formigoni che puntava all’acquisto ha cominciato a far di conto. «In un momento nel quale le risorse sono scarse e ancor più limitate dal Patto di stabilità che ci obbliga a inserire nei limiti ciò che si spende per Expo, purtroppo diventa veramente difficile pensare all’acquisto di aree».

E il capogruppo del Pd a Palazzo Marino Pierfrancesco Majorino nega «qualsiasi accordo con i privati che preveda operazioni speculative in un’area nella quale dovranno convivere due cose: un grande parco capace di ereditare l’impostazione di Expo 2015 e una funzione pubblica rilevante per la città».

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