Non solo è risultata «priva di qualsiasi utilità», ma è stata anche caratterizzata da «diversi profili di danno erariale». Così la Corte dei conti censura loperazione con cui - nellestate del 2005 - lex presidente della Provincia Filippo Penati decise di aumentare la partecipazione di Palazzo Isimbardi nel capitale della società autostradale Milano-Serravalle, acquisendo il 15% dal Gruppo Gavio.
Il giudizio è contenuto in una lettera trasmessa al sindaco Letizia Moratti dal viceprocuratore generale Paolo Evangelista, chiamato a risolvere una vertenza avviata cinque anni fa dallallora sindaco Gabriele Albertini contro via Vivaio per una presunta violazione del patto di sindacato. Per il magistrato contabile, laumento della partecipazione in Serravalle costituirebbe un primo danno erariale perché è costato alla Provincia - che ha acquistato dallimprenditore Marcellino Gavio - una spesa di 76,4 milioni di euro in più rispetto al valore di mercato: ogni azione, infatti, era stata comprata a un prezzo (8,8 euro) supreriore a quello stabilito dalladvisor di Serravalle (6 euro).
«Lonerosa operazione posta in essere - scrivono i magistrati contabili - risulterebbe priva di una qualsiasi utilità, considerando che gli enti locali, con particolare riferimento al Comune e alla Provincia di Milano, già detenevano il controllo della società pubblica, in quanto la loro quota azionaria pari complessivamente al 55,305% assicurava una gestione sociale di Serravalle nellesclusivo interesse delle comunità amministrate».
Letizia Moratti, forte della lettera della Corte dei conti, annuncia di avere messo in mora Penati, mentre Guido Podestà assicura: «Tutelerò il patrimonio di palazzo Isimbardi».
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