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Schianto contro Tir Auto distrutta, muoiono 5 ragazzi

L’incidente nel Veronese: le vittime avevano tra i 16 e i 19 anni. La causa, una sbandata provocata dal vento. Ore di lavoro per estrarre i corpi dalle lamiere

Schianto contro  Tir  Auto distrutta, muoiono 5 ragazzi

da Milano

Morire appena adolescenti per uno scherzo del destino, o forse per una manovra azzardata dall’amico appena più grande già in possesso della patente. Una raffica di vento più forte delle altre, l’automobile che diventa incontrollabile e si schianta frontalmente contro un tir che marcia sulla corsia opposta. Sono morti così, mercoledì sera intorno alle 23, cinque ragazzi veronesi. L’incidente è avvenuto a Caselle di Sommacampagna, lungo la statale che costeggia l’aeroporto «Catullo» di Verona. Una strada difficile, piena di curve insidiose, affrontate forse con troppa sicurezza.
Una sbandata, poi la tragedia. Avevano tutti meno di vent’anni. Levi Pasquali, il ragazzo alla guida dell’automobile, ne aveva 19; insieme a lui viaggiavano Tobia Scandola, di 18, Martina Romagnoli, 17, Valeria Lavarini, 19, e Nicole Castalonga, appena sedicenne. Nessuna retorica, nessuna strage annunciata. La Polstrada ha rilevato infatti che entrambi i mezzi viaggiavano a velocità regolare, sull’asfalto non sono stati rinvenuti segni di frenate, e l’esame etilico effettuato sul sangue del camionista è risultato nella norma. Una tragedia della fatalità, dunque.
La scena che si presenta davanti ai soccorritori è terribile: la «Fiat Tipo» sulla quale viaggiavano i cinque ragazzi è ridotta a un ammasso di lamiere: la vettura pare come inghiottita dall’autoarticolato contro la quale si è schiantata. I vigili del fuoco intervengono con le cesoie e cercano di aprirsi un varco tra i rottami della carrozzeria. Gli agenti della polizia raccolgono la testimonianza del camionista, in lacrime e sotto choc. Ad aggravare il tutto c’è anche la bombola a gas dell’auto che è finita sul sedile posteriore dove erano sedute le tre ragazze. I nomi delle vittime vengono resi noti a notte fonda, dopo molte ore di lavoro dei soccorritori, impegnati duramente ad estrarre i corpi straziati dei ragazzi sotto lo sguardo disperato e incredulo dei genitori. Cinque giovanissimi in una serata come tante, viziata dalla decisione fatale di cambiare programma e prendere la macchina per recarsi ad una festa in un paese vicino. Per tutti vale il ricordo del parroco di Lugagnano, don Mario Castagna, che quei giovani li conosceva bene: «Erano veramente dei bravi ragazzi.

Questa è una durissima lezione di vita, che ci deve far imparare a capire quanto è prezioso ogni istante».

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