«Lo schianto? Così improvviso che poteva fare una strage»

«L’urto è stato così improvviso che nessuno ha avuto il tempo di scansarsi: poteva essere una strage», ha raccontato un testimone. In tutto c’erano una decina di persone ieri mattina, intorno alle 7, che aspettavano alla fermata dell’autobus, sulla Cassia, e si sono viste venire addosso un’auto impazzita. Una Golf, che azzardato un sorpasso, ha impattato contro una Micra ed è andata in testacoda, schiantandosi addosso alla palina. Travolta una signora di 59 anni, Carmelita Olpindo Tijada. Una filippina, impiegata come domestica: morta sul colpo. Per lei doveva essere una normale giornata di lavoro. E invece no. Investita pure una sua connazionale, sottoposta nel pomeriggio di ieri a un delicato intervento neuro-chirurgico al Gemelli. Ora è in rianimazione. La prognosi è riservata. L’ha scampata bella, infine, l’altra donna coinvolta nell’incidente. Per lei, che è incinta, di nazionalità moldava, qualche graffio, e un lungo brivido di paura. Salvi tutti gli altri, compresa la ragazza alla guida della Micra.
Dopo lo schianto l’uomo al volante, un romano di 29 anni, è sceso dalla macchina. Illeso. Con gli occhi sgranati per lo spavento. Dai primi test a cui è stato sottoposto era sobrio. «Mio figlio non beve», ha detto in seguito la madre, accorsa sul luogo dello scontro appena saputa la notizia. «È un bravo ragazzo - ha balbettato la donna - stava andando al lavoro». Da quanto si è appreso, per il giovane automobilista l’accusa sarà di omicidio colposo.
Sotto shock il figlio della colf rimasta uccisa. «Ero assieme a mia madre per andare al lavoro. Io faccio il cameriere e lei la domestica. Subito dopo l’incidente ho guardato sotto la macchina, poi l’ho vista a terra morta. Ho già perso mio padre e ora sono rimasto solo qui in Italia con la mia sorellina», queste le parole del giovane Sigfred a ridosso dell’incidente. A lui è andata la solidarietà dell’assessore alle Politiche sociali Sveva Belviso, che lo ha invitato in Campidoglio e si è detta disposta a trovare il modo di dargli una mano.
In base alle testimonianze fornite dai commercianti della zona che, sentito il «botto», si sono precipitati fuori dai negozi per vedere cosa era successo, pare che la Golf andasse a velocità sostenuta. «Vergogna», ha urlato qualcuno. In mezzo alla folla anche alcuni conoscenti della vittima che abitava in un palazzo vicino. Fra loro un abitante del quartiere che non ha esitato a parlare di fermata pericolosa: «In passato si era già verificato un episodio simile». Di parere contrario la società che si occupa dei trasporti Trambus.
Intanto la mente corre indietro nel tempo. L’incidente di ieri ne ricorda altri molto simili. Il 26 febbraio 2008, a Fiumicino, due auto che procedevano al doppio della velocità consentita hanno travolto e ucciso cinque persone, due donne e tre bambine, ferendone altre nove, mentre aspettavano l’arrivo del pulmino in via della Muratella.

Ad Acilia, il 5 novembre scorso, un nomade di 26 anni con precedenti penali alle spalle, e sotto l’effetto di alcol e droghe, ha investito la bellezza di 13 persone, fra cui un ragazzo di 14 anni che attendeva il bus per andare a scuola, causando ad alcuni lesioni gravi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica