Alicudi, l'isola dove avvenne la più grande allucinazione collettiva di massa

Per tre anni gli abitanti dell'isola di Alicudi (Messina) avvistarono spettri, strane creature e donne volanti. Nulla di tutto ciò era però qualcosa di soprannaturale: si trattò in realtà di una delle più grandi allucinazioni collettive. Ecco da cosa fu provocata

Alicudi, l'isola dove avvenne la più grande allucinazione collettiva di massa
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La piccolissima isola di Alicudi, che fa parte dell'arcipelago delle isole Eolie in Sicilia, è stata al centro per lungo tempo di una lunga diatriba che ha coninvolto scienziati, millantatori dell'occulto e la popolazione del posto che, per tre anni, è stata vittima di una delle più grandi allucinazioni di massa della storia.

Gli spettri e le donne volanti

Dal 1903 al 1905 gli abitanti avvistarono sull'isola strane creature, spettri e donne volanti, alcuni perfino raccontarono di aver visto inquietanti animali, che nulla però avevano a che fare con il soprannaturale, nonostante poi l'isola venne considerata un luogo magico dove accadevano cose strane. Non si tratta solo di leggende tramandate da padre in figlio: gli abitanti del luogo per anni hanno raccontato di aver veramente visto quelle creature. I pescatori che tornavano a riva o le donne che si recavano nei campi si trovavano davanti improvvisamente corvi neri, sulle loro teste volavano donne che si trasformavano in uccelli, insomma qualcosa di mai visto prima sulla terra.

Perché avevano le allucinazioni

Sull'isola arrivarono molti scienziati ma anche maghi e pseudo stregoni certi che in que luogo, l'ultimo isolotto di un arcipelago vulcanico della Sicilia, esistesse davvero qualcosa di magico. Ben presto però le fantasie di quest'ultimi vennero spazzate via quando si scoprì che il mistero poteva essere svelato dall'uso degli abitanti di pane nero fatto con la segale cornuta.

Questo è un tipo di cereale infestato da un fungo parassita, il claviceps purpurea, detto più comunemente ergot, molto noto soprattutto per il suo potere psichedelico dato dalla presente di un alcaloide; l'acido lisergico, ovvero l'ingrediente principade dell'LSD sintetizzato poi dallo svizzero Albert Hofmann.

Gli effetti allucinogeni di questo cereale erano noti fin dai tempi dei greci che lo assumevano prima di effettuare riti magici. Il nome deriva dal fatto che sulle spighe comparivano delle piccole protuberanze nere (simili a corna) che indicavano la presenza del fungo. Secondo un'attenta ricostruzione storica, questa sorta di parassita sarebbe giunto sull'isola ad inizio del Novecento portato dagli inglesi che arrivavano per fare scorta di malvasia e assenzio.

Gli ignari abitanti

Se, fino a quel momento, il pane era stato prodotto utilizzando la segale dei campi, nulla di strano trovarono gli abitanti nel continuare a farlo con queste spighe dalle protuberanze nere, ignari del potentissimo effetto allucinogeno che si trovava a vivere chiunque ne mangiasse.

Le conseguenze furono devastanti proprio per l'incoscienza in cui questo allucinogeno veniva ingerito. È provato infatti da molti test che se assunto senza saperlo l'ergot provoca esperienze allucinatorie molto più profonde e incontrollabili. È quindi molto probabile che gli abitanti continuassero a vedere queste strane creature per anni senza rendersi conto di essere sostanzialmente sotto l'effetto di un potente acido.

La segale cornutà sparì da Filicudi intorno agli anni '60 quando già la popolazione era a conoscenza del fatto che provocasse questa sorta di trance collettiva, soprattutto perché l'isola divenne una delle mete preferite di gruppi di hippie che ben conoscevano gli effetti e si recavano in quel posto solitario proprio per quel motivo. A mettere poi un sigillo ai pochi che continuavano ad utilizzarla, ci pensò la chiesa locale che proibì l'uso di quel tipo di pane nero perché considerato pane del Diavolo.

La "segale cornuta" non spiega tutto

Molti però continuano a pensare che il pane di segale nera non spiegherebbe tutto e ci sono ancora diversi interrogativi che non hanno avuto risposta. "Innanzitutto, sembra strano che sia accaduto solo nell’arco di tre anni. – spiega il ricercatore di Storia delle religioni ed esperto di streghe del Sud Massimiliano PalmesanoPoi, c’è da tenere in considerazione che l’assunzione di grandi quantità del fungo provoca l’ergotismo cancrenoso, ovvero il fuoco di Sant’Antonio detto anche fuoco sacro. Come è possibile che non ci sia stata un’epidemia?", .

"Nulla può escludere - continua poi - che in realtà possa essersi trattato di un uso consapevole e culturale della pianta, retaggio di antiche pratiche religiose, da parte delle mahare (streghe) di Alicudi che conoscevano bene le sue proprietà visionarie e lo utilizzavano a scopi rituali. Non bisogna dimenticare, che la spiritualità antica nell’area del Mediterraneo era fatta soprattutto di estasi".

Da sempre queste popolazioni di pescatori e contadini sono stati custodi di tradizioni millenarie: "e non potevano essere così ingenui da mangiare per

tutto quel tempo del cibo amaro: chi ci dice – conclude Palmesano – che non fossero già capaci si separare le parti tossiche dalle componenti psicoattive e di utilizzare le prime in maniera volontaria?".

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