Scienze

Spazio, catturato “segnale” lontano 8,8 miliardi di anni luce: ecco cos'è

Per la prima volta è stato captato un segnale proviente da una galassia nello Spazio lontana miliardi di anni luce: ecco cosa hanno spiegato i ricercatori

Spazio, catturato “segnale” lontano 8,8 miliardi di anni luce: ecco cos'è
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Ancora una volta, lo Spazio ci "parla" ma questa volta il segnale che è arrivato è sensazionale perché proviene da una distanza di ben 8,8 miliardi di anni luce, mai così vicina all'origine dell'Universo (il Big Bang è avvenuto circa 13,8 miliardi di anni fa). Nel caso specifico, alcuni astronomi hanno rilevato un segnale radio dalla galassia più lontana fino a questo momento.

Di cosa si tratta

Lo studio è stato pubblicato tra le principali news della Royal Astronomical Society: utilizzando il telescopio Giant Metrewave Radio (uGMRT) situato in India è stato captato questo segnale a una lunghezza d'onda particolare conosciuta tra gli addetti ai lavori con il nome di "linea di 21 centimetri" o "linea dell'idrogeno", che viene emessa da atomi di idrogeno neutri. Aver ottenuto questo risultato a una distanza siderale nell'universo significa che in un futuro non troppo lontano gli astronomi potrebbero avere gli strumenti adatti per studiare la formazione delle prime stelle e galassie a una distanza ancor più lontana dei quasi 9 miliardi di anni luce.

Il ruolo della lente gravitazionale

"Una galassia emette diversi tipi di segnali radio. Fino ad ora, è stato possibile catturare questo particolare segnale solo da una galassia vicina, limitando la nostra conoscenza a quelle galassie più vicine alla Terra", ha dichiarato Arnab Chakraborty, ricercatore presso la McGill University. Il risultato è stato possibile anche grazie all'aiuto di "un fenomeno naturale chiamato lente gravitazionale - aggiunge lo studioso - possiamo catturare un debole segnale da una distanza da record. Questo ci aiuterà a capire la composizione delle galassie a distanze molto maggiori dalla Terra", sottolinea.

Per gli amanti dei nomi, la galassia in questione ha un codice impronunciabile ed è nota con la sigla SDSSJ0826+5630: i ricercatori hanno osservato che la massa atomica del contenuto di gas di questa particolare galassia è quasi il doppio della massa delle stelle a noi visibili. Il team, composto anche dal coautore dello studio, Nirupam Roy, professore associato presso il Dipartimento di fisica dell'Indian Institute of Science, ha spiegato che il segnale catturato è stato emesso da questa galassia quanto l'universo aveva "solo" 4,9 miliardi di anni e ha permesso agli studiosi di ripercorrere un grosso pezzo dell'universo primordiale. "È l'equivalente di uno sguardo indietro nel tempo di 8,8 miliardi di anni", ha sottolineato Chakraborty.

Perché si tratta di un'impresa

Come detto, lo Spazio ci parla: i ricercatori hanno sottolineato che è fattibile poter osservare galassie così lontane in situazioni simili con lenti gravitazionali e gli stessi telescopi a bassa frequenza. L'enorme difficoltà di captare queste lunghezze d'onda nello Spazio da galassie così distanti dalla Terra si spiega con la radiazione elettromagnetica che diventa sempre più debole fino a perdere gran parte della sua energia man mano che percorre grandi distanze. "Ciò significa che i telescopi qui sulla Terra hanno bisogno di una spinta naturale per vedere onde radio a lunga lunghezza d'onda e bassa energia come il segnale della linea dell'idrogeno", hanno spiegato alcuni scienziati a Space.com.

Nonostante i limiti oggettivi, quindi, il team è stato in grado di effettuare il rilevamento da record grazie un fenomeno previsto dalla teoria della relatività generale di cui parlò per la prima volta Einstein nel 1915.

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