Cronache

Sciopero della fame per riportare l’attenzione sulle urne

Sciopero della fame per riportare l’attenzione sulle urne

Marco Fallabrini, medico e capogruppo di Liguria nuova in consiglio provinciale, farà lo sciopero della fame per chiedere informazione televisiva adeguata sull’appuntamento referendario del 12 e 13 giugno prossimi.
La conferma della protesta «radicale» dell’esponente del partito di Sergio Castellaneta è arrivata ieri, con un documento in cui vengono spiegate le ragioni dell’iniziativa: «In questi giorni - sottolinea in particolare Fallabrini - ricercatori e medici italiani hanno rivolto un appello alle massime autorità per denunciare la scarsa informazione televisiva sull’appuntamento referendario».
Per evidenziare questo problema - aggiunge la nota - ricercatori e medici «hanno intrapreso da alcuni giorni uno sciopero della fame». A Genova, da ieri, aderisce all’appello e allo sciopero della fame anche Fallabrini, che fra l’altro è membro del Comitato referendario genovese.
Non basta: la protesta del capogruppo di Liguria nuova in Provincia prevede ulteriori misure di sensibilizzazione dei colleghi consiglieri e dell’opinione pubblica.
Fra queste, una presa di posizione si svolgerà direttamente in aula: all’inizio della seduta dell’assemblea di Palazzo Spinola, domani pomeriggio, lo stesso Fallabrini esporrà le motivazioni di questo appello e lo stato di grave deficit informativo - anche a livello locale - per la scadenza del 12 giugno che riguarda le terapie per numerose e gravi malattie e i diritti delle donne.
Non trascurabile, inoltre, secondo Fallabrini, «il rischio dell’abolizione della legge sull’aborto», in subordine all’esito del referendum.
L’iniziativa di Fallabrini si inserisce nell’ambito più generale dell’appello e relativo digiuno, a livello nazionale, da parte di alcuni medici: a sostegno del referendum, si auspicano «immediati atti di riparazione e risarcimento di ciò che è stato sottratto ai cittadini italiani».

Da qui, l’invito allo sciopero della fame «a difesa del diritto (di tutti) a conoscere per deliberare».

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