Un copione che si ripete. Lennesima vittima sulla strade milanesi e la protesta delle associazioni che invocano più sicurezza. Fino alla prossima volta. Ieri mattina una donna di 62 anni è morta in viale Umbria allaltezza del civico 114. Luciana Bullo, residente in via Danusso, era in sella al suo scooter Scarabeo quando è stata travolta da un camion che arrivava dalla direzione opposta e ha svoltato a destra per entrare in un cantiere. Linvestitore, A.F., ha 26 anni. Solo il giorno prima, in viale Abruzzi, un fuoristrada con i freni rotti ha schiacciato un ciclista contro unauto che era rimasta in panne, e lo ha ucciso. Nello stesso incidente, è stato travolto anche un motociclista di 40 anni, che per fortuna è rimasto solo ferito e se la caverà in pochi giorni. Nel 2006, sono stati dodici i ciclisti morti sulle strade della città, già tre dallinizio dellanno. Numeri che, accusa il Codacons, «domani saranno già dimenticati da tutti». Lassociazione dei consumatori lancia dunque una «proposta shock» per sensibilizzare lopinione pubblica. «Per ogni vittima della strada - chiede - sia collocata o disegnata sullasfalto una croce o una sagoma che ricordi quella morte, un modo forte ma efficace per visualizzare direttamente la pericolosità di quel tratto stradale». Di più. Propone anche «di reintrodurre il limite dei 30 chilometri allora almeno per le strade cittadine con maggiore incidentalità, perché limpatto a 50 chilometri orari è già mortale».
Lsos arriva anche dal Coordinamento dei comitati di quartiere, che questa mattina alle ore 11 protesterà in viale Abruzzi, angolo via Farneti, per «illustrare alcune richieste precise e non più derogabili», per «avere una maggiore vivibilità in viale Abruzzi», ma anche «per trovare una risposta a molte domande». Limiti e norme, sostengono infatti i cittadini del quartiere in una nota, «devono essere attuati, la tolleranza zero va applicata nei confronti di tutti». La sicurezza stradale in quella zona, assicurano, «non cè, o se cè non viene rispettata, questa via è come la pista di un autodromo».
A Milano, accusa il presidente dellassociazione Fiab Ciclobby, Eugenio Galli, «è ormai emergenza sulle strade, non passa giorno senza che si verifichino situazioni in cui viene messa a repentaglio la vita e lincolumità fisica di ciclisti e pedoni. Il sindaco intervenga».
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