Scrigni sacri di architettura e storia

Un libro per scoprire le otto Abbazie e le tre Certose del Milanese

Daniele Carozzi

«… I suoi lettori - e tra questi ci sono anch'io - si sentono attratti dall'amore per i santi e per gli edifici sacri ambrosiani che trapela dalle sue pagine… ». Parola di arcivescovo Dionigi Tettamanzi, che in una epistola inviata a Francesco Ogliari abbandona il suo eminente ruolo di porporato per dichiararsi un comune lettore di «Le grandi abbazie dei milanesi», (di Francesco Ogliari e Chiara Chittoglio, fotografie di Gianluigi Casadei e prefazione di Roberto Bagnera - edizioni Selecta, 35 euro).
Abbazie, certose e chiese del Milanese: non soltanto luoghi di culto, ma anche scrigni che custodiscono arte e storia. Fra queste, molte preziose opere monastiche sorte fra il X e XV secolo, e sopravvissute fino ad oggi, raccontano di sacro e di architettura, di leggende e di vita popolare sviluppatasi per secoli attorno agli ordini religiosi che le edificarono coniugando preghiera e lavoro. Costruzioni che durante guerre e dominazioni subirono la trasformazione in ricovero, scuderia, scuola od ospedale, spesso riprendendo il loro divino ufficio soltanto dopo l'era napoleonica. Gli autori esplorano questi tesori del passato, davanti ai quali si avverte l'esigenza di sostare in silenzio per stupirsi dei loro chiostri, raccogliere emozioni davanti ad affreschi e bifore o indugiare con lo sguardo lungo le austere volte a sesto acuto. Una ad una, le otto Abbazie e tre Certose contenute nel saggio vengono rivelate e spiegate mediante «carta d'identità», sintesi storica, caratteri architettonici e percorso artistico. A corredo, alcune accattivanti schede narrano di ordini religiosi, regole monastiche o aneddoti che accompagnarono la nascita e vita dei sacri edifici.
Tra le Abbazie non poteva mancare Chiaravalle, fondata nel 1135 da Bernardo di Clairvaux (poi italianizzato in Chiaravalle) con i suoi monaci Cistercensi, la cui torre nolare fu affettuosamente appellata dai milanesi «ciribiciaccola» e, con i suoi «cinqcentcinquanta ciribiciaccolitt» (ovvero le bifore, trifore e quadrifore), coinvolta nel ben noto scioglilingua meneghino.
Fra le Certose, la quattrocentesca Certosa di Pavia - a tutti gli effetti considerata «milanese» vista la paternità derivatale da Gian Galeazzo Visconti, addirittura rappresentato nella vòlta mentre porge il modello della progettata costruzione alla Vergine - è ben descritta come uno dei più ricchi e affrescati monasteri della Penisola. E via via, nelle 160 pagine fittamente illustrate del volume ecco i segreti e le curiosità di Santa Maria Bianca (Casoretto), Crescenzago, Viboldone, Vigano di Gaggiano, Morimondo, Garegnano, Mirasole, Monzoro e Monluè.

Fa il paio con le «Abbazie» il gemello «Milano sugli altari» di Fancesco Ogliari, curato da Rolando di Bari e prefazione di Franco Fava (edizioni Selecta, 25 euro), dove di santi, chiese e vescovi che fecero grande Milano vengono riportati vita, morte e… miracoli.

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