Facciamo un salto indietro di qualche settimana. Voglio parlare di una notizia breve, neppure riportata da tutta la stampa o dai canali televisivi che si occupano di cronaca locale, ma di una gravità incredibile perché riguarda non solo la salute, ma addirittura la vita dei nostri figli. Il crollo della controsoffittatura dell'atrio della scuola materna di San Donato, fortunatamente senza vittime perché avvenuto in giorni di festa, ma che fa ben ricordare la tragedia di Rivoli, porta ancora una volta alla ribalta il problema della sicurezza nell'edilizia scolastica.
Nel mese di gennaio il ministro Mariastella Gelmini annunciò l'accordo firmato dagli enti locali che prevede la costituzione di gruppi di lavoro in ogni regione, questi gruppi nominano squadre tecniche che, con un sopralluogo, compilano i dati di tutte le scuole. Il tutto entro sei mesi e si segnaleranno così criticità e interventi da eseguire. È bene sapere che la messa in sicurezza non è cosa poco, perché riguarda nove milioni di persone tra docenti, personale amministrativo e alunni e ben 42.000 edifici.
Non è certo cosa che facilita la risoluzione del problema il fatto che a tutt'oggi non è neppure stato portato a termine, come annunciato dai precedenti governi, un piano di anagrafe dell'edilizia scolastica. Il rischio quotidiano cui vanno incontro i ragazzi, giovani o meno giovani, non è solo di natura strutturale, ma anche chimica o fisica per la presenza di amianto o gas tossici.
Se il crollo a San Donato riguarda un edificio ristrutturato solo tre anni fa, si può facilmente capire cosa c'è da aspettarsi quando è noto che ben 14.
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