Se il Medioevo non fa più paura

Quali pregiudizi sul Medioevo? È il tema che affronterà stasera alle 20.45 presso la Società Operaia Cattolica N.S. di Misericordia, in via Famagosta a Savona, il professor Marco Meschini, storico e docente dell'Università Cattolica di Milano, collaboratore de il Giornale che parlerà di «Medioevo: un secolare pregiudizio. Luci ed ombre sul millennio medievale».
Ma cosa s’intende per Medioevo e come nasce questa definizione? «È un Evo storico che si trova a metà strada fra un periodo che lo precede - l'Antichità - e uno che lo segue - l'Evo Moderno - spiega Meschini -. È questo in effetti il significato attribuito all'espressione Medium Aevum dallo storico Cristoforo Keller, docente di storia ed eloquenza in un'università tedesca del XVII secolo, che la utilizzò per primo. Intorno al concetto di Medioevo si aprì una lunga controversia storiografica, iniziata con un giudizio negativo: il Medioevo era stato un periodo di arretramento culturale e di civiltà rispetto all'Antichità greca e romana; solo con il cosiddetto rinascimento dei secoli XV-XVI e poi con l'Età Moderna il mondo avrebbe raggiunto di nuovo un alto livello paragonabile all'Evo Antico». Aggiunge il professore che «il mondo europeo, in quanto europeo, è una creazione del Medioevo dice Marc Bloch, uno storico molto importante. Se infatti osserviamo la storia medievale cercando il suo nocciolo caratterizzante, possiamo concludere che i suoi mille anni ci hanno consegnato la tradizione occidentale, l'Europa intesa non tanto come continente fisico, ma come civiltà europea, con le sue caratteristiche peculiari e irrinunciabili che, ereditate dall'Antichità, vennero ripensate e rivissute a tutti i livelli - la vita sociale e il pensiero, la spiritualità e la letteratura, l'arte e il diritto... - sino a costituire un nucleo identitario di grande valore».
Ciò non significa che tutto, nel Medioevo, sia stato positivo. Se si deve infatti evitare l'eccesso di pensare al Medioevo secondo i dettami della «leggenda nera» che circola ancora oggi sui mezzi di comunicazione, attardati su polemiche ormai superate, va nel contempo evitato il rischio di immaginare una «leggenda rosa», continua lo studioso, che stasera sarà pronto a rispondere anche alle domande dei presenti nella Società Operaia cattolica di NS Misericordia, con il vicepresidente Arturo Vasè che a sua volta spiega «studiare la storia del Medioevo ci porta lontano da noi, nel senso che ci porta in un tempo che è certamente finito; e questo viaggio nel tempo conduce alla scoperta di una storia ricca e spesso degna. Ma soprattutto la storia medievale ci riporta alle nostre radici: di ciò in cui gli europei hanno sbagliato come di ciò che, del nostro passato e ancora nel nostro presente, è nobile e grande».


I prossimi appuntamenti saranno sabato 19 alle 16.30 con «L’India del nord-ovest ed il Nepal». Proiezione del Diario di Viaggio di Anna e Giuse Cervetto e martedì 22 alle 21 «Conoscere per decidere», con considerazioni finali a cura di R.Cuneo.

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