"Se paghiamo, via la moschea di viale Jenner?"

LA PROVOCAZIONE Dopo la trattativa privata per cancellare il parcheggio in Sant’Ambrogio. Il pragmatismo economico della giunta spiazza i comitati e riaccende le polemiche sugli islamici senza «casa»

«Dobbiamo forse anche in viale Jenner mettere mano al portafoglio per trovare una soluzione definitiva e alternativa al vecchio edificio che funge da centro islamico da ormai più di venti anni?» si chiedono i cittadini riuniti nel comitato Jenner Farini. Basta un assegno e passa tutto. Problemi decennali, progetti contestati, opere pubbliche, con i danèè sfumano anche i problemi più ostici. Nella capitale italiana della finanza, il tempo è denaro, ma anche i desiderata dei cittadini. E se il contestatissimo parcheggio sotterraneo di piazza Sant’Ambrogio si può stralciare con una decina di milioni di euro, allora si può chiudere anche il centro islamico di viale Jenner, cancellare la movida sui Navigli, abbattere l’Ago e Filo di piazza Cadorna, distruggere San Siro. Basta pagare. Questa la provocazione lanciata dai abitanti di viale Jenner, esasperati dalla convivenza ventennale con il centro islamico e soprattutto con i marciapiedi invasi da centinaia e centinaia di fedeli.
«La notizia di una possibile colletta dei residenti per fermare i lavori dei box in piazza Sant’Ambrogio apre nuovi, impensati, scenari per risolvere gli annosi problemi della Città - attaccano -. Dobbiamo forse anche in viale Jenner mettere mano al portafoglio? Certo che no, per fortuna il responsabile del centro islamico si è detto più volte disponibile a pagare direttamente e senza aiuti la nuova sede. Chiede solo una risposta dal Comune. La stessa che chiede anche il quartiere». Il dato politico si coglie tra le righe dell’intervento del comitato: è mai possibile demandare una decisione politica, come quella della cancellazione di un’opera pubblica, alla colletta dei cittadini.
«Noi non possiamo pagare i 10 milioni che servirebbero per bloccare l’opera - spiegava due giorni fa l’assessore ai Lavori pubblici Lucia Castellano -: vediamo con favore la sottoscrizione, annunciata e mai partita, per pagare le penali». Eppure una linea politica ben precisa c’era, almeno durante la campagna elettorale quando il sindaco aveva prometteva: «Per Sant’Ambrogio e Lavater si interverrà facendo sospendere i lavori». Peccato che vinte le elezioni, la volontà sia sfumata. E se in piazzale Lavater il Comune ha stralciato la concessione, così non è stato per Sant’Ambrogio. È ancora vivo il ricordo dell’assessore Castellano che festeggiava in piazzale Lavater, dando alle fiamme l’ autorizzazione, al grido di «abbiamo mantenuto le promesse». Così non sarà per Sant’Ambrogio, dove la giunta che usa due pesi a e due misure, ha (non) deciso invece di sospendere il giudizio e di affidarsi alla Provvidenza e al portafoglio dei cittadini.


Una (non) decisione che tra l’altro non coglie il favore di tutta la maggioranza: Mirko Mazzali, consigliere di Sel, è contrario alla logica dei danèe che tutto possono: «Se devo dire la verità - scrive - non colgo la ragione di dare 10 milioni di euro a De Albertis per non finire il parcheggio di Sant’Ambrogio. È chiaro che non lo avrei mai fatto questo scempio ma a questo punto...».

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