Sere di maggio a ritmo di jazz

Il club Blue Note ha un bruttissimo difetto. A fine maggio chiude e lascia noi, poveri appassionati di jazz e dintorni, orfani di un punto di riferimento fondamentale fino ai primi di settembre. Tre mesi di vacanza sono tanti, ma il locale se li merita (soprattutto chi ci lavora) con quella programmazione forsennata che prevede (quasi) tutte le sere due spettacoli, e con quel variegato cartellone che ha portato giganti come lo storico pianista McCoy Tyner e l’inarrestabile batterista Billy Cobham e persino il durissimo blues del Mississippi (sabato scorso i North Mississippi All Stars hanno portato nel locale una valanga di bluesfan in astinenza). Prima di lasciarci però il Blue Note promette due settimane di gran classe, per rendere meno amara l’attesa della prossima stagione.
Martedì e mercoledì si comincia con il versatile pianismo di Michel Camilo, l’artista di Santo Domingo nato con la musica classica e poi innamoratosi del pianismo jazz (da Horace Silver a Chick Corea). Il suo stile è un’esplosione di ritmo e di colori (ha lavorato con Tito Puente e Paquito D’Rivera) che a volte lo porta troppo sul versante dei suoni sudamericani, ma che lo vede spesso swingare. A Milano arriva in trio con il contrabbasso di Michael Bowie e la batteria di Cliff Almond. Giovedì doppio appuntamento con il sax di Joshua Redman, figlio d’arte (il padre, sax alto, tenore e clarinettista ha collaborato un po’ con tutti, da Ornette Coleman al quartetto Old and New Dreams), 41 anni, laurea di sociologia ad Harvard, è uno degli artisti più completi delle ultime generazioni. A Milano presenta il nuovo (splendido) album James Farm che lo vede accompagnato da Aaron parks al pianoforte, Matt Pennman al contrabbasso, Eric Harland dietro ai tamburi.
Nella tradizione delle grandi voci femminili venerdì arriva Patti Austin, cantane che ha spesso frequentato le classifiche a cavallo tra jazz e rhythm and blues (tra l’altro ha duettato anche con Michael Jackson) con un repertorio che spazia dai classici del jazz a Ray Charles, dallo scat a pagine più leggere. Sabato 21 Nick The Nightfly, direttore artistico e maestro di cerimonia del locale nonchè ottimo cantante torna con uno show a sorpresa dopo i succesi durante la stagione.
L’ultima settimana, martedì 24, presenta il piano solo di Michele Fazio (ospite la sensuale cantante Dagmar Segbers) da tener d’occhio dopo il tour teatrale cui ha partecipato Sergio Rubibi. Viene da Chicago, da giovane ha cantato Bach e ha dedicato dischi a John Coltrane e Johnny Hartman cantando (arduo compito) le loro composizioni. A Milano la sua voce densa di tecnica e feeling presenta l’album The Gate. Quando arriva Ray Gelato (che modernizza il jump’n’jive di Louis Prima e Louis Jordan) l’atmosfera diventa incandescente; divertimento allo stato puro questa volta con la complicità della cantante swing Kai Hoffman, regina del Ronnie Scott’s di Londra. Giù il cappello venerdì per Ron Carter, re del contrabbassoche nel ’63 fu nem quintetto di Miles Davis con Herbie Hancock e Tony Williams e in seguito nella band All Stars VSOP (Hancock Williams, Wayne Shorter, Freddie Hubbard). Impossibile in poche righe ricostruire le centinaia di collaborazioni e gli oltre 500 dischi cui ha preso parte.

Da non perdere aspettando un ricco autunno. Intanto per gli irriducibili il club organizza dall’8 al 16 luglio al Forte di Bard (Aosta) il Festival Musicastelle con artisti quali Burt Bacharach, Chick Corea, Brad Mehldau, Natalie Cole.

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