«Serve un lavoro di intelligence, non un blindato»

«I residenti di viale Monza hanno ragione. Sono dalla loro parte. Purtroppo la battaglia contro la droga lo Stato non la può vincere semplicemente lottando contro i pusher: se anche la polizia e i carabinieri li mandano via quanto ci metteranno a venire sostituiti da altri o a spostarsi 500 metri più in là? Quel che occorre è un vero e proprio lavoro d’intelligence a monte, per bloccare i carichi che arrivano dai Paesi grandi produttori di cocaina. È essenziale». Il vicesindaco Riccardo De Corato è consapevole che una lotta alla droga richiede uno sforzo di proporzioni inusitate. «Uno sforzo che non si risolve mettendo un blindato 24 ore su 24 in viale Monza - sottolinea il vicesindaco - perché gli spacciatori andrebbero altrove: anche in corso Como la gente che esce dai locali si vede offrire la droga come se fosse un pacchetto di sigarette. Il questore Vincenzo Indolfi, che con i suoi uomini sta affrontando un notevole sforzo già in via Triboniano, ha già disposto dei servizi che verranno effettuati a breve in viale Monza.

Purtroppo, come ha detto nei giorni scorsi il ministro dell’Interno Giuliano Amato, lo spaccio della cocaina, in città come Milano, è un apripista per altre attività molto redditizie, come lo schiavismo e le armi: tutti fenomeni in crescita.

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