Un designer giapponese per il design italiano per eccellenza. E’ in questo binomio che va letta l’inaugurazione (mercoledì alle ore 18) del nuovo showroom Cappellini (sempre in via Santa Cecilia 4) nel nome di un “Homage to Shiro”, la mostra- allestimento dedicata a Shiro Kuramata (Tokyo 1934- 1991), il più brillante ed eclettico dei designer giapponesi della seconda metà del XX secolo.
Per questo omaggio Giulio Cappellini ha pensato a un interno monocromatico giallo, colore tipicamente milanese, dai vecchi taxi al risotto “giallo” per eccellenza, agli edifici storici, all’interno del quale esporre sia prodotti icona di Kuramata ancora in produzione, sia riproduzioni di disegni originali e di prototipi. Dei primi fanno parte pezzi come Progetti compiuti, Revolving Cabinet e Homage to Mondrian; dei secondi, fra gli altri, la celebre cassettiera Dinah, che al suo apparire negli anni Ottanta suscitò l’entusiasmo degli addetti ai lavori e degli amanti del design.
Definita una sorta di “totem del paesaggio domestico”, realizzata allora in poche copie, e destinata così a divenire un pezzo quotatissimo nelle aste di modernariato, la Dinah è un mobile a colonna in legno laccato bianco composto da 18 cassetti che si aprono su entrambi i fronti. Dal prossimo anno tornerà ad essere in produzione, sempre in tiratura limitata, ennesimo fiore all’occhiello del catalogo Cappellini. Shiro Kuranata è stato un designer fantastico nel suo unire estetica e praticità.
A trent’anni aveva fondato nella capitale giapponese il Kuramata Design Office, ma ben presto era entrato in contatto con il meglio del design italiano,il gruppo Memphis prima, Cappellini poi, che ne fece il suo progettista di punta sulla scena internazionale. Scomparso ormai vent’anni fa, i suoi progetti, sempre di estrema attualità, sono presenti nelle collezioni permanenti del Museo di Arti Decorative di Parigi, del Moma di New York, del Metropolitan Museum, del Vitra Design Museum.
L’omaggio di Cappellini a Shiro Kuramata è anche, come ci tiene a sottolineare l’architetto Giulio Cappelinii, un gesto di amicizia e di affetto: ”Shiro era una persona eccezionale, introversa e di grande cultura. I suo progetti non erano mai banali, ma straordinariamente innovativi e curiosi. Shiro è sempre stato molto vicino e ispirato dall’arte e i suoi ‘omaggi’ sono la testimonianza dell’ammirazione che aveva per i grandi artisti.
E’ anche per questo che rispetto al puro design industriale con lui si entra nel campo della poesia”.Scomparso che non aveva ancora sessant’anni, Kuramata, dice ancora Cappellini “mi ha insegnato che spesso i lunghi silenzi valgono più di molte parole”.
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