RomaLa svolta è ormai una realtà senza ritorno. Il processo di metanizzazione del trasporto su gomma è in corso da anni nel mondo e in Italia. È, oggi, lunica, immediata e praticabile, via duscita dalla dipendenza petrolifera. Il gas naturale, nelle sue varie accezioni, non può temere in tempi brevi la concorrenza di idrogeno, elettrico e solare, tra le energie più gettonate per risolvere i problemi dellinquinamento atmosferico e dellecosostenibilità. Sono circa 10 milioni, nel mondo, gli utenti di gas naturale per lautotrasporto di persone e cose, poco più di mezzo milione in Italia, dove sono attivi 700 impianti di distribuzione. Nel 2015 tali veicoli circolanti nel nostro Paese saranno almeno 1,8 milioni, serviti da 1.400 stazioni di rifornimento (multifuel e selfservice), senza contare la distribuzione domestica, il garage di casa collegato al metanodotto. Una curiosità: 1.400 erano le pompe già in funzione alle fine degli anni 40 in Emilia-Romagna (prima città, Ravenna nel 1937) e Marche, quando lo Stato consentiva lalimentazione a metano, prima vietata.
«La filiera industriale del trasporto a metano oltre la crisi» è stato il tema del convegno organizzato da Ncv System Italia a Roma. Vi hanno partecipato rappresentanti di Nomisma, Fiat Group Automobiles e Powertrain Technologies, Iveco, Landi Renzo, Eni, Gas NaturalVendita Italia ed esponenti delle istituzioni. Uninteressante conferma per il futuro prossimo, in termini di motori dedicati, quindi alimentati esclusivamente a metano, è stata fatta da Rinaldo Rinolfi (Fiat Powertrain). «Stiamo sviluppando una nostra tecnologia, quella Multiair, applicata ai Fire 1.4 turbo - ha precisato - e ancor più al bicilindrico 0.9, in grado di erogare una potenza fino a 100 cv con appena 80 g/km di emissioni di CO2. Il sistema (un dispositivo elettronico per il controllo dellalzata delle valvole di aspirazione regolata da una farfalla elettro-attuata e non più comandata dal pedale dellacceleratore) è una soluzione che permette di utilizzare il motore solo a metano. Rispetto a quello convenzionale, i costi desercizio, specie dei consumi, si riducono sensibilmente, come pure gli inquinanti, mentre si incrementano potenza e coppia, e aumenta lautonomia chilometrica». Il sistema Multiair non farà la fine del Common-rail (made in Fiat e poi ceduto a Bosch), ma sarà il fiore allocchiello della qualità progettuale torinese, anche in prospettiva di un impiego per Chrysler.
Con una larga offerta di modelli bi-fuel, Fiat vanta una quota di mercato del 90%, grazie a un immatricolato che questanno supererà le 150mila unità (+ 25%).
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