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Si uccide gettandosi dalla Rinascente

I genitori hanno detto che, da qualche giorno, sembrava un po’ strana. Taciturna, sovrappensiero, sfuggente, Maria - 28enne studentessa universitaria alla «Cattolica» - era molto lontana con i suoi pensieri e probabilmente stava già meditando di togliersi la vita. Lo ha fatto ieri mattina, con un gesto plateale. Poco dopo le 10 si è gettata infatti dalla terrazza del ristorante della Rinascente, al settimo piano, in piazza Duomo. I fotogrammi di questa ragazza vestita con un paio di jeans, una maglietta a righe bianche e blu e i capelli raccolti, che seduta sul cornicione si butta prima su un terrazza al piano sottostante e poi nel vuoto sono a dir poco agghiaccianti. Figurarsi per coloro che la scena l’hanno vista in diretta. Ad esempio i poliziotti delle volanti saliti sul terrazzo del ristorante del grande magazzino per cercare di convincerla a non buttarsi. O i passanti che si sono radunati sul sagrato del Duomo col fiato sospeso. Tutti hanno sperato che ci ripensasse, ma Maria aveva ormai deciso. Soccorsa in condizioni disperate, è morta durante il trasporto al Policlinico.
«Si è lasciata cadere senza un grido, è stato terribile». Ancora sotto shock, un testimone ha descritto così il gesto disperato della ragazza.
«Stavo passeggiando per corso Vittorio Emanuele quando, all’altezza della Rinascente, ho visto polizia e carabinieri che delimitavano la zona, allora ho alzato lo sguardo - ha raccontato l’uomo che ha assistito al suicidio - e ho visto che c’era una donna seduta su un cornicione, dove c’è la terrazza dei grandi magazzini. Vicino a lei c’erano dei poliziotti e altre persone che tentavano di convincerla a scendere, ma lei continuava a guardare nel vuoto, sembrava inebetita. Poi, a un certo punto, la giovane si è buttata su una terrazza poco più sotto. Dalla folla radunata sotto i grandi magazzini è partito un “Ooh“ di sollievo, ma la speranza ha subito lasciato il posto allo sgomento quando la ragazza ha scavalcato il cornicione e si è lasciata cadere finendo praticamente in piazza Duomo».
«L’ambulanza è arrivata subito, ma si capiva che la ragazza era in condizioni gravissime e che non ce l’avrebbe fatta» ha concluso l’uomo.
Era già successo la mattina dell’8 febbraio scorso, un martedì. Quando a gettarsi nel vuoto per un volo mortale di 40 metri è stato un ragazzo italiano sui trent’anni. Il giovane aveva comprato il biglietto per salire in cima al Duomo domenica pomeriggio quando, probabilmente, pensava già di togliersi la vita. Un progetto che, dopo averlo tormentato per un paio di notti, ha messo in atto con estrema lucidità due giorni dopo. Quando, poco dopo le 9.

30, è salito in ascensore sulle guglie più note d’Italia come un comunissimo turista e subito dopo, scavalcando velocemente diversi parapetti di protezione, si è lanciato nel vuoto, sul lato sinistro del sagrato della cattedrale, dove la navata centrale si allarga nell’abside e dove piazza Duomo incrocia corso Vittorio Emanuele, proprio davanti alla Rinascente dove ieri si è tolta la vita la studentessa universitaria.

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