Manca la trasparenza e la chiarezza sulla gestione ospedaliera. Cè un clima di terrore fra i dipendenti che non parlano delle magagne per paura di essere trasferiti o licenziati. Regna linefficienza. La direzione non risponde nemmeno, come hanno fatto tutte le strutture liguri, ai questionari richiesti dalla commissione regionale della sanità. I dodici dipartimenti sono stati ricostituiti seguendo logiche di potere interno. Il rapporto costi benefici è a totale svantaggio dei cittadini. La disorganizzazione è totale al pronto soccorso, ma anche in tanti altri dipartimenti. Le condizioni igieniche sono preoccupanti, tanto che un trapianto di cuore, nella notte fra il 29 e il 30 marzo del 2005, è stato annullato soltanto perché la sala operatoria non era sterilizzata a dovere. Il 2 novembre dellanno scorso, poi, gli infermieri avevano denunciato la mancata disinfezione di unaltra sala operatoria. Risultato, operazioni bloccate.
La lista è lunga. Lunghissima. Le denunce sono tutte scritte, circostanziate. Tutte raccolte in un dossier contro la malasanità del San Martino. Il riassunto è stato presentato ieri dal forum della sinistra, Prc, Comunisti italiani, Unione a sinistra. I consiglieri nesci, Bonello, Bianchi, lo hanno messo nero su bianco in una mozione che sarà discussa la prossima settimana in consiglio regionale.
È un tuono che scuote la maggioranza. È un attacco politico alla gestione della sanità ligure dellassessore Montaldo. È un appello a rimuovere immediatamente il direttore generale del San Martino, Cosenza.
«Noi della sinistra spiegano i tre consiglieri Cosenza non lo volevamo. È un personaggio che era rimasto in carica con Biasotti. Ci voleva qualcun altro. È stato riconfermato anche il dicembre scorso a metà mandato. Lassessore Montaldo però non ha spiegato a nessuno il perché e i motivi della riconferma alla carica di direttore generale. Cè una situazione al San Martino dove infermieri e medici non vogliono parlare. I disservizi, le clientele, la mancanza di trasparenza, il lobbysmo per non andare oltre, la fanno da padrone. Una situazione che si rispecchia anche fuori dal nosocomio. Tanto che ci rammarica constatare che, ad una presa di posizione politicamente così rilevante, fatta eccezione per il Giornale, alla nostra conferenza stampa non era presente nessunaltra testata né giornalistica, né televisiva.
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