da Roma
«L'alto profilo politico del presidente dei Ds Massimo D'Alema non è in discussione. Ma proprio tale profilo politico, unitamente a considerazioni di carattere anagrafico farebbero di una sua eventuale elezione al Quirinale un grave strappo di tipo costituzionale». Lo afferma Benedetto Della Vedova dei Riformatori liberali. «D'Alema - aggiunge - non potrebbe, se non rinnegando la sua caratura politica, assumere il ruolo di garante che la Costituzione italiana, ci piaccia oppure no, assegna al presidente della Repubblica. L'elezione delluomo forte e leader della coalizione di centrosinistra ci proietterebbe verso una sorta di semipresidenzialismo alla francese del tutto irrituale e perciò pericoloso nellambito degli attuali assetti costituzionali. Per questo, anche in considerazione del risultato elettorale, ci si dovrebbe orientare verso altre candidature, come quella del professor Mario Monti. Quest'ultimo - conclude Della Vedova - garantirebbe una particolare attenzione all'impegno della stabilità dei conti pubblici e per le riforme economiche che rappresentano la grande priorità per i prossimi anni».
Per i Riformatori Marco Taradash e Giuseppe Calderisi, D'Alema al Quirinale sarebbe un «commissariamento della Repubblica». Con il presidente Ds al Colle, «si verrebbe a creare una diarchia del tutto sottratta al controllo della sovranità popolare».
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