Sir Colin Davis dirige la «London»

È il direttore gentiluomo. Britannico fino all'ultima goccia: per studi, lancio e sviluppo di carriera. Ed è con un complesso inglese di vaglia che il direttore Sir Colin Davis approda in Italia, stasera, agli Arcimboldi per un concerto (ore 21) alla testa della London Symphony Orchestra, nell’ambito del Festival internazionale della musica MiTo, giunto con questa performance al giro di boa.
Il programma combina le predilezioni del direttore (Wolfang Amadeus Mozart, Sinfonia K 504 «Praga»), con la necessità di porre in vetrina i prodotti di casa (cioè le inglesi Variations on an Original Theme di Edward Elgar), ma anche gli artisti di casa: il pianista di Liverpool Paul Lewis impegnato nel secondo Concerto di Beethoven.
Davis, classe 1927, anima la bella galleria di direttori inglesi (spesso fregiati del titolo di Sir). E ciò dal decollo di carriera, nei primi anni Cinquanta, e in particolare dalla consacrazione offerta da un last minute: nel 1959 si ritrovò a sostituire il leggendario Otto Klemperer a Londra, sul podio della Philharmonia e al fianco di cantanti come Elisabeth Schwarzkopf e Joan Sutherland. Sul leggio c'era Don Giovanni di Mozart, un compositore profondamente e da sempre nelle corde di Davis. Che dopo quella fortunata sostituzione si ritrovò inviti a pioggia. Ha diretto stabilmente la BBC Symphony, i complessi del Covent Garden, la Boston Symphony, l'Orchestra della Radio Bavarese. E ovviamente la London Symphony Orchestra: dal 1995 al 2006. La London è un complesso centenario, fra i più pregiati.

Lo conduce stabilmente Valery Gergiev, a Milano martedì prossimo per un programma a sua misura e somiglianza (tutto Prokofiev). Al pianoforte siede Lewis, il ragazzo di Liverpool scoperto dal pianista Alfred Brendel: un garante con pochi pari.

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