«In giro, per me, ci sono meno taxi di prima». Alfonso Faccioli, il sindacalista che ha guidato i cortei contro il sindaco Albertini prima, e il ministro Bersani poi, a ottobre non ha firmato laccordo con Comune sul servizio in città e ora ne contesta lefficacia: «Hanno voluto spezzare i turni più richiesti dai tassisti. Risultato? Molti conducenti li hanno abbandonati. E nelle ore di punta la situazione non è migliorata». Non basta.
Faccioli, fondatore del Cat (Coordinamento ambientalista taxi), non si stupisce delle poche conferme alle collaborazioni familiari: «Il secondo autista ha senso solo se posso tenere il mezzo in strada più a lungo. Ma, grazie ai bisticci tra Comune e Regione, quella parte dellaccordo resta inapplicata». Sono cambiati i turni, invece. Laccordo di ottobre ne cancella alcuni e spezza quelli con inizio alle 7 e alle 9 inserendo una pausa di unora (il primo diventa 7-12 e 13-18, laltro 9-14 e 15-20), modifiche fatte per avere più auto bianche in servizio alla sera, quando la domanda aumenta. «Io stesso faccio il turno che inizia alle 9 e vedo tutti i difetti della modifica - continua Faccioli -. Se scarico un cliente alle 13.30 non ho materialmente il tempo di fare la coda per caricare unaltra persona e portarla a destinazione prima che scatti la pausa. Così stacco prima del previsto. E altro tempo si perde alla ripresa del lavoro nel pomeriggio: entro nel posteggio alle 15 e resto in coda per caricare. Ecco perché dico che i taxi stanno in strada per meno ore di prima. Laccordo, finora, ha peggiorato le cose».
Il tassista snocciola qualche altro numero. «Chi ha il collaboratore familiare di solito fa un turno di 12 ore, previsto anche dalle vecchie regole. Oggi ci dicono che moltissimi hanno rinunciato allaiutante ed è probabile che chi è rimasto solo faccia un turno di dieci ore.
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