Cultura e Spettacoli

Snob Quanti autori chic a spasso nel sito dei vip

Già il nome, «A Small World» è «un piccolo mondo» che fa comprendere come la selettività sia il criterio principale del «primo social network privato al mondo». Soltanto 250mila iscritti: criteri di selezione per essere ammessi «top secret». Considerato «l’antitesi di Facebook» vede tra i suoi «ospiti» vip come Naomi Campbell a Quentin Tarantino. Quasi impossibile, se non li si conosce di persona, raggiungerli. Perché su questo gli amministratori di «A Small World», fondato nel 2004 dal nobile Erik Wachmeister, sono severissimi: si può interagire soltanto con chi si conosce personalmente. Pena l’esclusione. In Italia gli iscritti appartengono a casate nobiliari e industriali: dai Mondadori agli Agnelli, dai Savoia agli Ellkann. La maggior parte, però, sono esponenti dell’alta finanza, bankers, pr di grandi marchi. E gli intellettuali? Non mancano giornalisti (Roberto Arditti, Alessandro Bertante, Michelle Nouri), scrittori (molti stranieri: Rick Moody, David Lodge), agenti letterari (Vicky Satlow). Troppi per elencarli tutti: l’unica domanda che viene alla mente è «Cosa c'entrano con questo piccolo mondo nomi che mai ci aspetteremmo di trovare?».
Che c’azzecca, scriverebbe qualcuno, Alberto Castelvecchi in «A Small World»? Il principe della controcultura italiana amico di Emanuele Filiberto di Savoia? Eppure in questo salotto virtuale - dove gli sponsor sono unicamente orologi e gioielli di superlusso, champagne dalle etichette prestigiose e resort da mille e una notte - accade anche questo. Nel regno dell'iperlusso - dove le bacheche riguardano scambi di opinioni sui migliori alberghi del mondo, su che tempo farà nel weekend a St. Moritz o richieste tipo «Cerco in affitto sei Ferrari per festa privata in Svizzera» - l’informale Castelvecchi diventa «Chairman Castelvecchi» e tra i suoi interessi apprendiamo che «ama viaggiare, adora l’India e i film made in Bollywood» e che ha una predilezione per «il sanscrito e il tamil». Che siano forse questi due amori linguistici a svelare finalmente l’arcano di tanti libri incomprensibili pubblicati come editore? Più riservato lo scrittore e giornalista Pino Corrias: poche le informazioni personali on line.

Certo sorprende trovare Corrias, reduce dal successo del pamphlet Voglio scendere scritto con Gomez e Travaglio e autore di Vita agra di un anarchico, biografia di Luciano Bianciardi, in questo «piccolo mondo» che in molti accusano di essere «un network dal successo berlusconiano».

Commenti