
L'eutanasia è un diritto? Chi lo compie può essere lasciato impunito? C'è una lesione del diritto costituzionale nel chiedere di morire perché non si è capaci di suicidarsi? A deciderlo sarà la Consulta, chiamata in causa dal tribunale di Firenze a discutere se rendere impunibile l'omicidio del consenziente previsto dall'articolo 579 del codice penale.
Il caso su cui si deciderà il prossimo 8 luglio è stato avanzato da una donna completamente paralizzata che non può autosomministrarsi il farmaco letale per il suicidio assistito a cui ha diritto. Secondo i legali di Libera, nome di fantasia scelto dalla 55enne toscana, legati all'associazione Luca Coscioni, la richiesta rivolta al tribunale di Firenze chiede che a praticare l'iniezione legale legalmente autorizzato sia il suo medico di fiducia o in subordine che fosse sollevata eccezione di costituzionalità. Nell'ordinanza il tribunale "dichiara rilevante e non manifestamente infondata la questione" relativa all'articolo 579 codice penale, per contrasto con gli articoli 2, 3, 13, 32 della Costituzione, "nella parte in cui non esclude la punibilità di chi, con le modalità previste dagli articolo 1 e 2 della legge" 219 del 2017" su consenso informato e Dat, "attui materialmente la volontà suicidaria, autonomamente e liberamente formatosi, di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente, quando la stessa persona per impossibilità fisica e per l'assenza di strumentazione idonea, non possa materialmente procedervi in autonomia o quando comunque le modalità alternative di autosomministrazione disponibili non siano accettate dalla persona sulla base di una scelta motivata che non possa ritenersi irragionevole".
È dal 2019 che il Parlamento non ha dato seguito alla sentenza 242 che ha stabilito il diritto costituzionale al suicidio assistito.
La mancanza di una norma ha aperto alla giurisprudenza 'creativa' di Cassazione e Consulta - come è già successo su coppie gay e fecondazione assistita - la maggioranza sta dialogando con il mondo scientifico su come delineare meglio questo diritto al suicidio coinvolgendo il Sistema sanitario nazionale ma come al solito il rischio è che la Corte costituzionale ci arrivi prima, coi guasti che abbiamo visto legato alle Regioni che, in ordine sparso, legiferano sul fine vita