
La Gran Bretagna continua a riservare grandi soddisfazioni ai cultori del woke. Secondo il Polar Museum dell’Università di Cambridge, infatti, l’esplorazione britannica dell’Antartide fu “colonialista”. Nonostante vi vivessero solo pinguini. Non è una boutade ma è tutto vero. Il museo informa i suoi visitatori che le audaci e a volta fatali spedizioni al Polo Sud erano “di stampo colonialista” nonostante l’assenza di qualsivoglia popolazione umana da conquistare o sfruttare.
Come riportato dal Telegraph, alcuni cartelli dedicati ai legami con il colonialismo sono stati installati nell’ambito del progetto "Power and Memory" di Cambridge, che accende i riflettori su presunti legami dell'università con il colonialismo, l'imperialismo e la schiavitù. Su un cartello si legge ad esempio: "L'Antartide colonizzata? All'inizio del XX secolo si sapeva poco dell'Antartide. Questo ha posto le basi per una serie di famose spedizioni volte a raggiungere il Polo Sud. Allo stesso tempo, queste spedizioni erano di stampo coloniale: rivendicavano territori, mappavano, cercavano risorse […]”. Poi la botta di realtà, che certifica il sentore di farsa: "L'unica differenza era che in Antartide non c'era una popolazione indigena".
Nell'ambito di questo progetto, il Polar Museum ha intrapreso un progetto per svelare "storie nascoste" nella sua collezione, per mostrare un lato diverso dell'esplorazione artica e antartica. Le etichette segnalano ai visitatori che "l'estrazione di risorse naturali è stata una parte fondamentale delle spedizioni colonialiste nell'Artico".
Non mancano ovviamente le etichette che richiamano l'attenzione sul contributo di donne e persone di colore nel campo della ricerca polare.Il dibattito è aperto, anche perché i musei sono le chiese del sapere. E castronerie di questo tipo rischiano di sfociare in una narrazione ideologica lontana dai fatti. Con buona pace della verità storica.
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