Le naufraghe influencer e i selfie mentre il loro yacht si inabissa

Morale: perfino quando è in gioco la vita, sull’istinto di sopravvivenza prevale la voglia di “riprenderci”

Le naufraghe influencer e i selfie mentre il loro yacht si inabissa
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Qual è il colmo per delle bellissime influencer che naufraghe su uno yacht in procinto di andare a picco in mezzo al mare? Riprendersi col telefonino mentre stanno annegando. Sembra una barzelletta, ma la notizia (ma, soprattutto, le foto che vengono da Miami Beach) dimostrano come la realtà può essere più tragicomica di qualsiasi freddura. Per fortuna il salvataggio delle 32 passeggere glamour a bordo dell’imbarcazione si è concluso (tra selfie e stories postate dalle “superstiti”) senza conseguenze drammatiche. Ma il paradosso, figlio dei tempi social del narcisismo autoreferenziale, rimane scioccante con una morale dinanzi alla quale non si sa se ridere o piangere. E cioè: perfino quando è in gioco la nostra vita a prevalere sull’istinto di sopravvivenza la voglia di “riprenderci” ancor più di quella di salvarci. Una scelta che ha lasciato di stucco anche gli equipaggi della Guardia costieta americana che sabato scorso è giunta in forze nel punto del naufragio per togliere da guai le 32 influencer che si trovavano sullo yacht extra lusso Tecnomar by Lamborghini (capienza massima, 16 persone) del valore di oltre 4 milioni di dollari, trovandolo già con la poppa allagata e già sotto il livello dell’acqua.

E con le giovani abbarbicate in prua con una mano a reggersi e con l’altra a riprendersi con l’iPhone. Ancor prima di indossare i salvagente, le signorine avevano già postato i video su Tik Tok e Instagram. Senza paura si sprofondare negli abissi. Del ridicolo.

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