«Soldi ai lavavetri? Diamoli al volontariato»

«Il vero confine tra legalità e illegalità è un lavoro regolare. Per noi la Bossi-Fini è un caposaldo perché aggancia la permanenza sul territorio a tale condizione fondamentale. Invece questo governo mina alla base il sistema, introducendo perfino autentiche sanatorie presentate come interventi in soccorso agli irregolari».
Andrea Mascaretti, assessore comunale alle Politiche dell’occupazione, dice la sua in merito a immigrazione e sfruttamento, riferendosi tra l’altro alla recente circolare di Amato ai questori per la concessione di «permessi di soggiorno premio» alle vittime del racket. «Così s’instaura un clima di regolarizzazione per chi vive comunque al di fuori della legge. Non possiamo più tollerare quello che ormai avviene a ogni angolo di strada. A ogni mendicante o lavavetri al semaforo, il cittadino si trova spiazzato tra il condivisibile sentimento di solidarietà e l’altrettanto sacrosanto bisogno di sicurezza». Firenze ha indicato la linea dura: arresto per chi «estorce» denaro agli automobilisti. Mascaretti, però, non crede che un simile provvedimento possa aiutare ad arginare il fenomeno. «Si dimostrerà presto impraticabile. Bisogna pensare a misure alternative». L’assessore rilancia la proposta presentata nel 2000 quando era consigliere a Palazzo Marino nelle file di Forza Italia. «L’idea è semplice. Perché impedire ai milanesi che agiscono in buona fede di devolvere offerte agli emarginati, se credono sia giusto farlo? Alla politica spetta piuttosto il compito di sottrarre le risorse alla malavita organizzata», dice Mascaretti. «Anzi, credo che il Comune debba indirizzare il denaro verso le associazioni di terzo settore che operano per l’inserimento degli “ultimi”».

Sarà proposto in giunta di istituire un tavolo con il volontariato milanese d’eccellenza, per stilare un Bando tramite il quale i cittadini saranno liberi di scegliere a chi fare le donazioni. «Ma serve prima un’adeguata campagna informativa, e il governo non può essere assente anche su questo punto».

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