Marco Guidi
Il giorno dopo lomicidio del giovane algerino, alla stazione Centrale la vita è quella di tutti giorni. Piazza Duca dAosta presenta il solito via vai di turisti e pendolari. E anche le consuete facce che la popolano di notte e di giorno. Perlopiù sono quelle di sudamericani, nordafricani e slavi. La gente che lavora in zona, però, è rimasta scossa dallefferato assassinio avvenuto alla luce del sole.
«La situazione va sempre peggiorando - dice German, concierge dellHotel Gallia -. Risse, lanci di bottiglie, persone che lasciano i propri rifiuti e i propri escrementi a terra. Qui è tutto allordine del giorno». German si lamenta dello scarso controllo delle forze dellordine sul territorio, specialmente nei giorni festivi. «La domenica la piazza è abbandonata a se stessa. La polizia non si vede e se la chiami perché noti qualcosa di strano non si prende nemmeno il disturbo di venire». Il suo punto di vista è condiviso dalla stragrande maggioranza dei commercianti del quartiere. «Tutti sanno cosa succede qui - dice Angelo, edicolante allangolo con via Vitruvio -. Per noi che ci lavoriamo significa tenere sempre gli occhi aperti, per paura di furti o rapine. La polizia non riesce ad avere il controllo su tutta la piazza, anche perché gli agenti impegnati sono troppo pochi».
Simona lavora alla Sixt, catena di noleggio auto ai confini di piazza Duca dAosta. Anche lei si dice poco sicura dellambiente in cui passa buona parte delle sue giornate. «È da tanti anni che la stazione Centrale è diventata un posto davvero pericoloso - spiega - nonostante gli sforzi della polizia per presidiare al meglio la zona». Molte delle automobili gestite dalla Sixt sono parcheggiate sulla strada. Per Simona e i suoi colleghi non mancano le sorprese. «Ogni tanto capita di trovare barboni che dormono nelle nostre macchine - racconta - o, nel peggiore dei casi, finestrini rotti con mattonelle». Spostandosi verso il cuore della piazza i pareri non cambiano. «Lavoro qui da un anno e mezzo - dice Luca, dipendente dellEuropcar allinterno della stazione - ma mi è bastato molto meno per farmi unidea su come funzionano le cose». Luca ha paura, anche se lo dice con la naturalezza di chi ormai ci ha fatto il callo a certe scene. «A volte faccio il turno di notte - racconta - e i rischi sono tanti, anche per me che sono un uomo. Figuriamoci per una ragazza o per un anziano!». I colpevoli sarebbero loro, gli extracomunitari. «È inutile fare gli ipocriti - spiega - qui si picchiano quasi tutte le sere. E guardacaso sempre fra stranieri».
Come la conosce Rino, la piazza, forse non la conosce nessuno. Da quasi cinquantanni sistema le sue bancarelle di libri fuori dallingresso della metro. «Se ne vedono di tutti i colori - denuncia -: spacciatori di droga, truffatori, scippatori. È diventata la zona più pericolosa della città». Rino ha provato sulla propria pelle le angherie di chi fa della stazione un terreno per delinquere. «Tempo fa cera una banda di albanesi che faceva soldi chiedendo il pizzo. Un vero e proprio racket che mi vessava tutte le settimane». E la polizia? «I controlli sono sporadici.
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