«Uscire da una dipendenza richiede molto tempo». Il monito arriva da Fabio Sbattella, docente di Psicologia dello Sviluppo presso lUniversità Cattolica. Lui che è anche responsabile dellUnità di Ricerca in Psicologia dellemergenza e per anni ha svolto attività come terapeuta della famiglia, non vuole entrare nella polemica ma ricorda il motivo originario che spinse allinstallazione delle macchine scambiasiringhe.
Perché vennero installate?
«È stata uniniziativa importante per combattere la diffusione dellAids e dellepatite. Le siringhe venivano abbandonate nei parchi dove andavano a giocare i bambini con il rischio che ne venissero in contatto».
Ora però i dipendenti da eroina stanno diminuendo
«È vero, il problema della dipendenza non è quasi più legato al consumo di eroina, ma alla cocaina e allalcol. E rispetto a questi problemi la questione delle macchine scambiasiringhe cambia poco».
È daccordo anche con lassessore De Albertis?
«Vorrei sapere se in altre città del mondo paragonabili a Milano ci sono stati dei risultati soddisfacenti. Se invece la città di Milano si propone come avanguardia è necessario strutturare un impianto di verifica su campioni sperimentali».
Cosa dovrebbe fare un genitore di fronte alla prova del nove?
«Innanzitutto va detto che non sempre sono i genitori a dover scoprire i figli. Spesso è il contrario. Le nostre ricerche parlano di tossicodipendenti di 30-40 anni che magari hanno figli.
Da terapeuta della famiglia, quale consiglio dà a chi si trovi a convivere con problemi di droga?
«Essere presenti, ascoltare e dialogare».
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