Alessandra Tripoli sull’addio a ​Ballando: "Questione di tempistiche"

La popolare ballerina ha spiegato al IlGiornale.it che, anche se il programma è stato rinviato, non potrà far parte del cast neanche quando l’emergenza sarà rientrata: "Non sarebbe giusto per chi mi ha sostituito"

Alessandra Tripoli sull’addio a ​Ballando: "Questione di tempistiche"

Da giorni circolava la notizia dell’esclusione di Alessandra Tripoli dal cast di "Ballando con le stelle". Quando la conferma è arrivata, però, è saltata anche la messa in onda del talent danzante di Milly Carlucci. Le stringenti misure di sicurezza, adottate dal governo per limitare il diffondersi del contagio da Covid-19, hanno imposto una vera e propria rivoluzione nei palinsesti televisivi. La Rai si è dunque adeguata: tutto rinviato a data da destinarsi.

Abbiamo raggiunto telefonicamente Alessandra Tripoli, che nelle ultime ore ha fatto rientro a Hong Kong, dove vive e lavora da ormai sette anni. L’insegnante di ballo, vincitrice dell’edizione 2018 di Ballando con le Stelle al fianco dell’attore Cesare Bocci, ha spiegato cosa le ha impedito di partecipare alla nuova edizione di Ballando e il motivo per il quale, anche quando la trasmissione potrà andare in onda, lei non ci sarà: "Le prove erano già cominciate, quindi, se il cast non cambia, gli insegnati sono già stati assegnati e non sarebbe giusto che prendessi il posto di qualcun altro che stava già lavorando. La situazione rimarrà questa, quest’anno non sarò a Ballando".

Qual è il motivo che ha impedito la tua partecipazione? In questo momento siamo tutti a rischio contagio, perché solo tu sei stata esclusa?

"Diciamo che è stata una questione di tempistiche. Io sono rientrata a Roma per firmare il contratto per Ballando il 29 febbraio e ho saputo che non ero dentro l’8 marzo. Non era intenzione né di Milly Carlucci né della produzione di tenermi fuori, è stata una clausola della Rai a impedirmi di partecipare. All’ingresso degli studi dovevi firmare un foglio dove dichiaravi che non eri stato né in Cina né ad Hong Kong e Corea nei quattordici giorni precedenti. (Quindi ancora prima che in Italia scoppiasse il primo caso a Codogno, ndr). Purtroppo c’è stata una serie di eventi “contrari”, passami il termine, legati agli eventi, alle tempistiche e all’esigienze dello spettacolo".

Hong Kong però, il 29 febbraio, non era tra i Paesi a rischio. Tu sei partita anche per gli Stati Uniti senza problemi...

"Non lo so perché la Rai ha inserito anche Hong Kong tra i paesi a rischio (a fine febbraio), visto che si sono stati solo 100 casi fino ad oggi. Tra l’altro sì, sono andata negli Usa e loro all’ingresso mi hanno fatto dichiarare solo di non esser stata in Cina. Però le regole della Rai erano diverse e quindi mi sono trovata in questa brutta situazione. Diciamo, scherzosamente, che è stata una sfiga di date. Se il programma fosse iniziato una settimana dopo tutto questo problema non ci sarebbe stato".

Sei rientrata ad Hong Kong in questo difficile momento di emergenza sanitaria mondiale. La tua famiglia è rimasta in Sicilia?

"Se avessi potuto avrei portato tutti con me. Io sono tornata a casa, a Hong Kong, dove vivo e lavoro da ormai sette anni.

Tra l’altro la situazione qui è, fortunatamente, migliore di quella che c’è in Italia quindi la mia famiglia è tranquilla sapendo che io sono al sicuro. Vorrei sentirmi nello stesso modo nei loro confronti ma ahimè la situazione in Italia non è delle migliori. Speriamo cambi in fretta".

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