Il governo non deve disimpegnarsi sulle aree Expo ora che si spengono i riflettori del grande evento. È questo il messaggio che dal Pirellone parte in direzione Roma. E per seguire la fase importantissima che si apre con novembre, il governatore Roberto Maroni ha nominato un nuovo assessore, Francesca Brianza. Sarà lei a seguire la partita per conto della Regione (che come il Comune ha il 34,67% della società Arexpo, fondata per acquisire e poi gestire le aree di Rho).
Nata a Tradate, maturità classica, laurea in Giurisprudenza, avvocato, Brianza è stata eletta in Consiglio regionale nel 2013 con oltre 1.500 preferenze, dopo una esperienza lunga (relativamente tale, vista la giovane età) negli enti locali: consigliere comunale e capogruppo leghista a Venegono Superiore, poi sindaco per un mandato, la neo assessore regionale è stata anche consigliere e poi assessore in Provincia a Varese. Insomma, pare attrezzatissima da ogni punto di vista per la missione.
Assessore, quella delega che le ha affidato Maroni è una delega chiave.
«Credo che sia una dimostrazione di fiducia. Si sicuro in questo momento è una fase di estrema importanza. Si apre un periodo davvero significativo, con tante fasi. L'attenzione della Regione è notevole e credo che avremo ottimi risultati».
Cosa considera un ottimo risultato?
«Diciamo subito che sarà una partita a più fasi, con diversi step. Si sta parlando della destinazione definitiva e del progetto di una città universitaria. E c'è, più immediata, la fase dello smantellamento».
Solo per lo smantellamento parliamo di mesi?
«Ci vorranno alcuni mesi per smantellare, alcuni interventi saranno da gestire nell'immediato. Basti pensare alla messa in sicurezza dell'area o alla vivibilità degli spazi. Stiamo parlando anche di opere notevoli, alcune delle quali resteranno a beneficio di tutta la Lombardia. Pensiamo al Padiglione Italia, al Padiglione Zero, a Cascina Triulza».
Opere che resteranno?
«Sì, poi si arriverà fino all'ultimo passaggio, che sarà la destinazione definitiva. Il tutto spalmato in un arco temporale notevole».
La città universitaria è il progetto della Regione? È deciso e condiviso?
«La città universitaria è un progetto interessante, che può avere una grande valenza ma non è escluso che possa convivere con altri».
Sarà una destinazione pubblica?
«Possono esserci vari abbinamenti. Di sicuro dobbiamo concentrarci nell'immediato su questo perché da domenica siamo nel post Expo. Non bisogna prendersela troppo comoda e il tutto va gestito ovviamente in un'ottica di efficienza».
La Regione, con il governatore Maroni, ha sollecitato un impegno del governo in questa fase del post Expo.
«Il governo è stato presente in Expo, che è stato anche una vetrina per l'Italia nel mondo. Ora si apre una fase non meno importante e il governo deve avere un ruolo importante».
E qual è la missione che le ha affidato Maroni? Qual è la linea che è chiamata a tradurre in concreti atti di governo?
«La Regione vuole che il post Expo sia seguito con grande attenzione. Un'attenzione tale da dedicare a questo la delega di un assessore che lo possa seguire quotidianamente. Di sicuro la delega è una dimostrazione di altissima attenzione. Altrimenti non ci sarebbe stata la delega».
L'albero della vita dove andrà. Lo hanno reclamato in mezza Milano...
«Io credo che potrebbe anche restare lì».
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