Cultura e Spettacoli

Una casalinga (molto) disperata che diventa una guru dell'aerobica

Seconda stagione per Physical, la serie tv ambientata negli anni '80 che racconta di una donna bulimica in cerca di un nuovo scopo nella vita. Su AppleTv dal 3 giugno

Una casalinga (molto) disperata che diventa una guru dell'aerobica. Alla scoperta di Physical

Il colosso dello streaming di Apple, con un passo lento ma deciso, si sta ritagliando un posto d’onore all’interno dell’attuale panorama seriale. Fin da quando ha fatto il suo debutto ha proposto film e serie tv di tutto rispetto, riuscendo a imporsi in un momento di grande difficoltà per il mercato dell’intrattenimento. Con The Morning Show, For All Mankind, Fondazione e il recente Serpente dell’Essex, il portale dello streaming a pagamento non ha mai (o meglio, quasi mai) deluso le aspettative. Per ora è riconosciuto come il colosso delle serie tv di qualità. E a questo lungo elenco è impossibile non aggiungere e aprire una parentesi su Physical. Si tratta di una commedia dalle tinte grottesche sviluppata da Annie Weisman che, in passato, è stata produttrice di Desperate Housewives. In questa serie tv da non perdere, la regista e sceneggiatrice torna a raccontare l’universo femminile con uno sguardo truce e disamorato, ambientando la storia in quei sfavillanti anni ’80 e in quel periodo di grandi cambiamenti socio-politici e culturali.

Physical ha debuttato in streaming nell’estate del 2021 e subito è diventato un piccolo ma grande fenomeno del web, amata dal pubblico e dalla critica tanto da essere rinnovata per una seconda stagione che arriva su Apple Tv (con i primi tre episodi) da venerdì 3 giugno. Un nuovo capitolo che conferma – o almeno così sembra – le sue buone intenzioni nel raccontare quanto può essere difficile essere una donna e quanto può essere complicato amare il proprio corpo. Ora vi spieghiamo perché Physical non è solo un’abile ricostruzione storica di un decennio a noi vicino.

Una donna frustrata che diventa imprenditrice (di se stessa). La trama di Physical

Ci troviamo nella raggiante San Diego, in California. Gli anni ’80 hanno appena iniziato il loro corso. È un must indossare abiti dai colori sgargianti, come è un must ostentare il proprio stile di vita. Ma non è tutto oro quello che luccica. Dietro quelle esistenze apparentemente perfette si nasconde il dramma di una donna che vuole emergere in un mondo popolato (ancora) dal potere degli uomini. Sheila Rubin è lo specchio di questa insoddisfazione. È una moglie e una madre, ma è infelice, è frustrata, è critica con se stessa ed è bulimica. È una casalinga disperata a tutti gli effetti, ma non vuole vivere ancora a lungo in questa condizione. Intuisce che il mondo sta cambiando e che sta per cadere quel velo di finta opulenza che tutti hanno sfoggiato con orgoglio.

Sheila vuole rinascere e insegue un nuovo obbiettivo con tutta le sue forze. La donna fugge dalla sua realtà casalinga rifugiandosi in palestra, indossando scaldamuscoli e tute aderenti e frequentando corsi di aerobica molto costosi. Quella disciplina, così in voga tra le donne come lei, non solo può diventare il suo unico scopo di vita ma può essere anche un modo per gettarsi in un business in netta espansione, dando così una svolta alla sua intera desistenza. Sheila diventerà una sorta di lifecocah al femminile, trovando una vocazione molto rivoluzionaria per gli anni ’80. Raggiungere il successo, però, non sarà facile.

La ricerca della perfezione nell’era della finta opulenza

Come abbiamo già puntualizzato, la serie tv non è solo una commedia intelligente e sagace che ricorda gli anni ’80, ma è anche il racconto di una donna che vuole uscire dalla sua condizione. Attraverso battute graffianti e lunghi flussi di coscienza, Physical vuole elogiare il "sesso debole" con tutti i suoi pregi e i difetti, alzando il velo sul mondo delle donne, sfatando miti e leggende, e lasciando al pubblico un grande insegnamento su quanto sia prezioso il potere della rinascita e della resilienza in un cointesto storico apparentemente molto inclusivo. Sì, perché, di solito, si immagina che gli anni ’80 siano stati gli anni più belli per la società e la cultura pop, invece è stato il periodo più misogino e mercificante (per la donna) dell’ultimo ventennio. E Physical vuole proprio sfatare questo mito, raccontando la ricerca della nostra perfezione e del benessere individuale in una realtà che nascondeva molto bene i suoi punti forti e deboli.

Rose Byrne è il ritratto di una donna in crisi di identità

E in questo racconto così importante, Sheila Rubin trova in Rosie Byrne un’attrice di grande talento capace di stigmatizzare il mondo delle donne. Già conosciuta al cinema in diversi film di successo, divisa tra horror e commedie di stile, ai fan delle serie tv è celebre per aver interpretato un’altra donna di potere in un legal drama che, oggi, è su Amazon Prime Video. Con Damages, serie con una raggiante Glenn Close, Rosie Byrne si è affacciata nel panorama televisivo di oggi, portando in tv la storia di una donna forte, determina e in cerca di vendetta. In Physical è un personaggio totalmente diverso, ma conferma le sue doti da attrice versatile, capace di passare da un genere a un altro senza difficoltà.

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Perché vedere la serie tv?

Si è compreso quanto sia importante una serie tv come Physical con i tempi che corrono. Piace perché è divertente ed è costruita con episodi brevi ma intensi. Convince perché racconta senza sconti la società dell’epoca. È da vedere anche solo per quel ritratto spregiudicato e senza peli sulla lingua di una donna che vuole trovare il suo posto nel mondo. Dedicato a un pubblico che cerca una serie da "divorare" con assiduità.

Physical è anche il nome di una celebre hit di Olivia Newton-John

Il titolo dello show di AppleTv è un omaggio a una delle canzoni più famose di Olivia Newton, conosciuta per il suo ruolo in Grease. Pubblicata nel 1981, è balzata alla numero uno della Bilboard Top 100 nel mese di novembre, restando in cima per dieci settimane. Come la serie tv, anche la canzone (e l’annesso video) celebra l’importanza di piacersi per omologarsi a una società che rincorre la cura del corpo e della perfezione. Ad oggi la canzone è una vera e propria hit. Nel 2002, secondo la Billboard’s All Time Top 100, il brano è alla sesta posizione.

All’epoca non fu trasmesso in alcune radio conservatrici, a causa di un testo che conteneva allusioni al sesso e all’erotismo femminile.

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