Los Angeles - È riuscita a sopravvivere per vent'anni accanto a Sean Penn. Figurarsi se Robin Wright non sarebbe stata in grado di gestire un eccentrico e geniale pezzo da novanta come Kevin Spacey. Parliamo di House of Cards , la cui terza stagione debutta domani su Netflix (in contemporanea, in Italia, su Sky Atlantic). La Wright è adesso la First Lady Claire Underwood, moglie di POTUS (President of the United States) Frank Underwood (Spacey). Già tutti i fan della premiata serie si chiedono: se Underwood è riuscito a combinare tutto questo casino prima come senatore e poi come vice-Presidente, che cosa combinerà ora come Commander in Chief? Bisognerà chiederlo al diavolo, probabilmente.
Oppure chiederlo alla stessa Wright, 49 anni, nata in Texas, famosa da circa trent'anni, da quando interpretò la Principessa Buttercup in La storia fantastica , celebre poi nel ruolo dell'amata Jenny Curran in Forrest Gump . Dal 2013 viene identificata da tutti come Claire Underwood nel thriller politico House of Cards , ruolo per cui ha vinto il primo Golden Globe come migliore attrice per una serie tv distribuita soltanto online. Un secondo atto fortunato, nella carriera della Wright la quale, da quando si è separata da Sean Penn (con cui ha avuto due figli), sembra aver ritrovato la leggerezza che le ha permesso di spiccare il volo come non accadeva da anni (prova ne sia il suo rapporto, seppur altalenante, con l'attore Ben Foster, di 14 anni più giovane di lei).
Robin, lei ha diretto un episodio della seconda stagione della serie e si dice ne abbia diretti due per la terza. È vero?
«È vero, per quanto tutti ci chiedano di mantenere il segreto professionale quanto più possibile. Confesso che avvicinandomi ai 50 anni mi sento più portata alla regia. Credo anzi che House of Cards sia per me un meraviglioso veicolo di passaggio dalla recitazione alla regia. In futuro mi vedo dietro la cinepresa».
Si aspettava che House of Cards sarebbe diventato un tale fenomeno?
«Ho capito subito che non si trattava di televisione convenzionale, ma di qualcosa di speciale e innovativo, sia per la tematica, cioè la politica e i suoi retroscena, sia per il formato e i modi di distribuzione. Il fatto che una stagione possa essere seguita tutta insieme, 13 episodi uno appresso all'altro, è una cosa rivoluzionaria. Un film di 13 ore. House of Cards è l'avanguardia della cosiddetta binge viewing , l'abbuffata televisiva, una vera e propria orgia narrativa. Spero non crei dipendenze e conseguenti bisogni di disintossicazione».
Che cosa ha imparato, o che cosa ha provato, a lavorare così a lungo accanto a un talento come Kevin Spacey?
«Non è il primo talento con cui mi sono misurata! Lavoro nel cinema e nella televisione da quando avevo 15 anni, e posso dire di averne viste di tutti i colori. Certamente lavorare accanto a un genio come Kevin ti fa recitare meglio. È come quando giochi a tennis con uno più bravo di te. Ma insomma, se fa a Kevin la stessa domanda lui le darà la stessa risposta, su di me! Vede, Kevin e io siamo diventati una vera coppia: tra un ciak e l'altro ridiamo come due ragazzini. La cosa più importante in lavori lunghi come questo è l'affinità fra gli attori, la chimica nel cast, l'armonia sul set. House of Cards sta avendo successo anche grazie a questa armonia. Gli Underwood sono una coppia affiatatissima, nonostante l'atmosfera cospiratoria, da grandi torbidi del Ventunesimo secolo che si respira in casa loro. Frank e Claire hanno enorme rispetto l'uno per l'altra. E Kevin e io proviamo lo stesso sentimento nella vita reale».
Come descriverebbe gli Underwood?
«Sono una squadra micidiale. Non si amano in maniera tradizionale, ma si amano molto. Sono come una macchina da guerra e sono i leader del proprio esercito».
Ci anticipa qualcosa di più concreto sulla terza stagione?
«Sappiamo tutti che Frank Underwood è diventato Presidente degli Usa. Ma ci sono molti insider nella Casa Bianca convinti che lo Studio Ovale non gli appartenga. Non solo: alcuni membri dello staff non vogliono che Underwood partecipi alla corsa presidenziale del 2016. Vogliono un volto nuovo. C'è insomma aria di ammutinamento. Figuriamoci se Potus e Flotus non capiscono subito l'antifona e non mettono in atto delle contromosse...».
C'è chi dice che Frank e Claire ricordano un po' Bill e Hilary Clinton...
«Lo so, ma forse è soltanto per il fatto che sappiamo tutti che non sono una coppia come tutte le altre: si rispettano molto ma non stanno insieme. Il presidente Underwood non fa più mistero del fatto che abbia davvero sposato Claire.
Dormono in stanze separate, e Claire, dopo anni passati sul sedile del passeggero, è pronta a mettersi al volante. Devo aggiungere altro? No, non soltanto per non rovinare la sorpresa ai nostri spettatori, ma perché Netflix mi minaccerebbe di impeachment ».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.