Ecco Mina e Fossati: la strana coppia in cerca della perfezione

Il cantautore parla del loro nuovo disco «Mia moglie ha detto: se non lo fai, divorzio»

Ecco Mina e Fossati: la strana coppia in cerca della perfezione

Se si vuole vincere facile, il disco di Mina e Fossati è una garanzia. Uscirà il 22 novembre e l'altra sera è stata fatto ascoltare al Conservatorio di Milano, in una sala Verdi piena zeppa e trapuntata di cuffie, wireless e illuminate di verde, per un ascolto mirato, silenzioso, applaudito. È la prima volta che due colossi della canzone d'autore si ritrovano a collaborare per canzoni inedite, a parte «un piccolo cammeo anni fa», come ricorda il produttore Massimiliano Pani.

Nel 2019 senza dubbio questo disco è controtendenza. Studiatissimo. Suonato e arrangiato alla perfezione, persino troppo. Cantato, beh c'è bisogno di dire come? Non è neppure un disco di Mina con le musiche e le parole di Fossati. Oppure un disco di Mina supportato da un grande autore della scuola genovese. Sono proprio undici canzoni «alla pari», con Fossati qualche volta in primo piano e con Mina protagonista totale in altri momenti, come si conviene in un matrimonio d'arte tra due artisti veri. «Non è un disco celebrativo», ha detto Pani, con ragione. È un disco da celebrare, perché raramente si sono toccati tanti picchi di eccellenza d'autore. Il rischio, come sempre in questi casi, è che la ricerca della perfezione freni l'impatto emotivo, protegga ogni imperfezione, infiocchetti ogni minimo dettaglio, tolga insomma il bello della naturalezza. Fossati, che l'altra sera si è presentato a parlare in giacchetta di jeans e sorrisone da grandi occasioni, ha evitato l'eccesso di manierismo e brani come Tex Mex, che gira già in radio, oppure Luna Diamante, che Ozpetek ha già scelto per il suo film La Dea Fortuna, sono manifesti di tecnica da lasciare a bocca aperta gli intenditori.

«L'idea di fare un disco insieme ci era già venuta nel 1997, ma poi questioni discografiche hanno fatto tramontare tutto», ha spiegato Fossati. Però «quando Mina mi ha riproposto di farlo, ho avuto un momento di confusione». Come si sa, Ivano Fossati ha lasciato le scene da tanti anni, «anni bellissimi nei quali mi sono dedicato all'ozio e ho scritto pochi brani». Però Mina è Mina. «E quando ho parlato a mia moglie di questa proposta, lei mi ha fissato negli occhi e mi ha detto: Se non accetti, chiedo il divorzio». Separazione evitata.

Il disco è qui, con i profili di Mina e Fossati in copertina, e due certezze. Fossati non ha cambiato modo di scrivere, è sempre preciso e tagliente, perfettamente capace di dosare ogni strumento, ogni partitura, ogni aggettivo di un testo che parla di presente, non si accuccia nella nostalgia o nei travagli esistenziali. E Mina conferma di essere la più duttile interprete di se stessa. Mina canta Mina che sa cantare ogni genere, che sta bene con la chitarra slide o con una partitura di fiati, che ha una voce fuori dal tempo e che non accetta la caducità del tempo. «È uno scanner, precisissima. E ha una mentalità jazz. Quando canta è come un assolo di John Coltrane, ogni sua interpretazione dovrebbe essere oggetto di una lectio magistralis», esagera un po' Fossati. In ogni caso, questo disco che è obiettivamente un evento, non cambia la situazione. Ivano Fossati, anni 68, continuerà a godersi l'ozio dopo 42 anni di carriera. E Mina, anni 79, non uscirà dal ritiro che ha deciso 41 anni fa. «Per fare questo disco però ci siamo posti entrambi l'obiettivo di essere espressivi», spiega lui che, quando parla, è identico a quando scrive canzoni: preciso, un filo di ironia, un tono garbato. Insieme, sono riusciti a cantare alla perfezione un brano d'amore come Meraviglioso, è tutto qui oppure a divertirsi in L'uomo perfetto, forse il testo che si sposa meglio alla verve inimitabile di Mina, così forte da coprire persino i cori le percussioni tribali della partitura. «È l'unica che avrebbe potuto riportarmi in uno studio di registrazione», continua a sottolineare lui, quasi a legittimare il suo ritorno in un disco dopo aver garantito che mai e poi mai.

Ma in fondo ne valeva la pena. A qualcuno questi virtuosismi cristallini potranno sembrare fini a se stessi.

Ma chi ha seguito la storia di Mina e Fossati si ritroverà con piacere in brani come Amore della domenica o Guerra fredda, che devono essere ascoltati, studiati, soppesati, goduti come accadeva una volta. Ecco, in fondo questo è un disco come si faceva una volta ma che ha lo spirito attuale e accidenti se oggi fa la differenza.

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