Cultura e Spettacoli

I consigli (grammaticali) di Flaiano agli analfabeti

Flaiano trasformò le quotidiane prescrizioni che accompagnano il vivere civile in un fantasioso decalogo destinato a un giovane sedotto dalla professione intellettuale

I consigli (grammaticali) di Flaiano agli analfabeti

Consigli, per l'anno nuovo, a un giovane che vuole diventare un intellettuale attratto dalla popolarità che il web offre alla cultura. «Cogli l'Instagram». «Re-twittate i chef à penser». «Per resettare la biografia, servitevi della fama altrui». «Googolare i punti, i due punti e 3.0». «Cambiate passo ma mantenete la Lohengrin». «Du côté de chez spam». «Lisciare spesso la chat». «Leggere Google e Magog». «Non abusare degli hashtag (dell'hashish si può)». «Navigare a vista, ma controcorrente».

Surreale?

Può sembrare surreale ma Ennio Flaiano, quando pensò al suo contributo per L'Almanacco del Pesce d'Oro del 1960 (che curò con Gaio Fratini e Antonio Delfini), scelse una serie di «Consigli a un giovane analfabeta che vuol darsi alla letteratura attratto dal numero dei premi letterari». Titolo: La grammatica essenziale (ora ripubblicato in un libricino da Henry Beyle, pagg. 36, euro 10, a cura di Anna Longoni). Flaiano - che da giornalista, scrittore e sceneggiatore conosceva perfettamente il lato oscuro del luminoso mondo delle redazioni, dell'editoria e del cinema - con uno dei suoi guizzi inimitabili trasformò le quotidiane prescrizioni che accompagnano il vivere civile in un fantasioso decalogo destinato a un giovane sedotto dalla professione intellettuale (e chissà cosa si sarebbe inventato oggi ai tempi dei social). Una perfetta segnaletica, ironica e letteraria, per guidare l'aspirante scrittore sulla strada del successo. Attenti, si parte: «È pericoloso sporgesi dal capitolo». «Lasciate l'avverbio dove vorreste trovarlo». «Chi tocca l'apostrofo muore». «Non usare l'esclamativo dopo le 22». «Tenete i soggetti al guinzaglio». «Per le rime rivolgersi al portiere»... («I puntini di sospensione si pagano a parte»).

Flaiano stilò il suo personalissimo mini-decalogo, ma in diciannove voci, alla fine degli anni Cinquanta. Visto quanti analfabeti, da allora, si sono dati alla letteratura, senza che il numero dei premi letterari diminuisse (anzi), viene da pensare che sia stato del tutto disatteso. Come ormai è, del resto, la grammatica italiana.

Post scriptum «Spammare prima dell'uso».

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